LE ORIGINI 

Da  "La Provincia di Pavia - Comune per comune " 

Le origine storiche del borgo vanno identificate con la costruzione di un castello fatto erigere, nel luogo, dai Visconti nel secolo XIV. E' però presumibile che il luogo fosse abitato già da molto tempo prima benchè non si conoscano documentazioni accertate, si ritiene che il villaggio fosse sorto in epoca longobarda e che il suo sviluppo fosse continuato in epoca carolingia.

Era stato Luchino ( 1292 - 1349 ), signore di Milano e podestà di Vigevano, a scegliere tale località, non lontana dal Ticino, ricca di boschi e di selvaggina, per farvi erigere una ricca residenza di caccia.

In forma di castello merlato, ma privo di torri o di altri apprestamenti difensivi,il maniero non svolse mai funzioni militari e il suo impiego rimase quello di di residenza di villeggiatura e di svago; caratteristiche che furono accentuate da Gian Galeazzo Visconti che, nel 1386, vi fece istituire una vasta riserva di caccia, a uso esclusivo della corte ducale, che si estendeva anche sulla sponda destra del fiume, le cui rive erano collegate da un importante porto natante, sopravvissuto a lungo in località Pissarello.

Con Filippo Maria Visconti la tradizione vacanziera del Castello di Bereguardo continuò: il terzo duca di Milano ne fece persino dono (conservandone le caratteristiche di signorile residenza di campagna) all' amante Agnese del Majno, dalla quale ebbe  nel 1425 l'unica figlia Bianca Maria.

E non solo: per raggiungere indisturbato l'amata Agnese, fece tracciare un nuovo canale artificiale che partiva dalla darsena di Abbiategrasso e raggiungeva Bereguardo. Dal castello milanese di Porta Giovia ( oggi noto come castello Sforzesco ), attraverso il fossato e un breve canale di raccordo con il Naviglio Grande,  Filippo Maria poteva dunque, a bordo della personale barca di nome " La Magna", recarsi rapidamente e senza soste da Milano a Bereguardo.

Francesco Sforza, genero di Filippo Maria e quarto duca di Milano,nel 1477 cedette Bereguardo a Matteo Marcagatti, che divenuto conte passò il feudo dopo solo tre anni a Giovanni Tolentini della Stacciola, consigliere di Francesco Sforza, ai cui discendenti rimase sino al secolo XVII ( un ramo della famiglia mantenne una parte della proprietà fino all'ottocento ), per essere poi incamerato dal fisco.

Bereguardo seguì poi le vicende della Lombardia austro-ungarica, ovvero del regno Lombardo Veneto, fino all'Unità d'Italia e alla costituzione della provincia di Pavia. ( 1859 ).

Nel 1872 furono aggregati a Bereguardo i soppressi comuni di Zelata e Pissarello. Zelata è un piacevole borgo di antiche origini; documentato nel secolo XII come çelata, incluso nella "campagna soprana" pavese, fu grancia dell'abbazia di Morimondo.

Caduta sotto il controllo dei Visconti, era stata da questi donata (1415) agli Aicardi-Scaramuzza-Visconti, per passare totalmente o frazionata a diversi proprietari.

 

 I PERSONAGGI 

Da:

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 L'ARCHITETTURA 

Da  "La Provincia di Pavia - Comune per comune "

In Bereguardo la Parrocchiale di Sant'Antonio, ricostruita nel 1762 è a croce greca ed ha un campanile alto cinquanta metri. Settecentesco è il palazzo del Majno o Robolini, con fronte porticata e ampio giardino.

Di Interesse alla Zelata alcune  residenze signorili di età viscontea, interessanti mulini idraulici e  la Parrocchiale della Vergine del Carmelo, di origine duecentesca e ampliata nel secolo XVIII.

Di grande rilievo tutto il territorio del comune di Bereguardo,che presenta interessanti strutture rurali, ma è soprattutto interessante il fatto di essere attraversato dal Parco del Ticino.