La Storia a casa nostra... a Pavia e dintorni

1860 - Patrioti Pavesi nella spedizione Garibaldina dei Mille.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA SITUAZIONE ITALIANA ALL’INIZIO DEL 1860


La seconda guerra di indipendenza terminata l'11 luglio 1859 con l'armistizio di Villafranca, voluto da Napoleone III, lasciava Venezia e tutto il Veneto in mano austriaca, creando malcontento in gran parte dei patrioti unitari italiani e nello stesso governo del Regno di Sardegna.

Già dal maggio 1859 le popolazioni del Granducato di Toscana, della Legazione delle Romagne, del Ducato di Modena e del Ducato di Parma avevano scacciato i propri sovrani e richiedevano l'annessione al Regno di Sardegna, mentre il governo pontificio riprendeva pieno possesso dell'Umbria e delle Marche le cui popolazioni subivano una dura repressione, culminata il 20 giugno 1859 nella sanguinosa repressione di Perugia per opera delle truppe svizzere pontificie al servizio di Pio IX.

Il malcontento esisteva anche fra Napoleone III e Cavour.

 

La riappacificazione avvenne il 24 marzo 1860, quando Cavour sottoscrisse la cessione della Savoia e del circondario di Nizza alla Francia e ottenne in cambio il consenso dell'Imperatore all'annessione di Toscana ed Emilia-Romagna al Regno di Sardegna.

Più a sud il Regno delle Due Sicilie era guidato da un monarca Borbone giovane e inesperto Francesco II, succeduto al padre Ferdinando Carlo Maria di Borbone morto nel maggio 1859.

Nel corso degli anni, erano state diverse le ribellioni che i Borbone avevano dovuto sedare: la rivoluzione siciliana del 1820, la rivoluzione calabrese del 1847, la rivoluzione siciliana del 1848-1849 e quella calabrese dello stesso anno, e il movimento costituzionale napoletano del 1848.

L'unica delle forze opposte ai Borbone che mostrasse la volontà di scendere in armi, nel 1860, era il forte desiderio di autonomia dei siciliani.

 

 

Il politico siciliano Francesco Crispi fu il primo nel 1859 a pensare ad una spedizione in Sicilia per aiutare la sollevazione popolare antiborbonica nell’isola ed ebbe anche un ruolo importante nel convincere Garibaldi ad intraprendere una spedizione in sostegno degli scontenti siciliani.

Da parte piemontese, il comportamento di Cavour nel periodo di preparazione della Spedizione creò spesso qualche perplessità: in vari momenti fece affermazioni diverse, apparentemente contraddittorie, rendendo difficile allo storico comprendere quali fossero le sue vere intenzioni.

 ◄  Francesco Crispi

 

ALLA FINE UNA DECISIONE FU PRESA: I SICILIANI MERITAVANO UN AIUTO

All'inizio di Maggio del 1860, pochi giorni dalla partenza, i preparativi della spedizione si svolgevano ormai apertamente nel porto di Genova, senza che le autorità intervenissero e Nino Bixio si occupava di procurare le navi per la traversata ottenendole dal consenziente patriota e armatore Raffaele Rubattino.

 

Si trattava delle motonavi a vapore Piemonte e Lombardo.

Nella notte fra il 5 e il 6 Maggio 1860 i piroscafi partirono portando a bordo i volontari, che al momento della partenza ammontavano a 1.162.

 

La motonave Piemonte  ►

 

 

 

11 Maggio 1860 - Lo sbarco a Marsala  ▼

I SEGUENTI 56 PARTECIPANTI ERANO PAVESI

(tra parentesi luogo e anno di nascita).

Francesco Baldi - (Pavia, 1840, calzolaio)  

  Angelo Bassini - (Pavia, 1815, pensionato)

Edoardo Beretta - (Pavia, 1838, possidente)  

Luigi Pietro Bianchi - (Pavia, 1841)

Ercole Boretti - (Pavia, 1836, impiegato)

Domenico Cagnetta  - (Pavia, 1841, legnami)

  Benedetto Cairoli - (Pavia, 1825, possidente)

Enrico Cairoli - (Pavia, 1840)

Giuseppe Campagnoli - (Pavia, 1835)

Gaetano Carini - (Corteolona, 1832, capitano)

Fedele Carini - (Pavia, 1842, tenente)

Alessandro Casali - (Pavia, 1837, fittabile)

Enrico Casali - (Pavia, 1839)  

Antonio Corbellini - (Borgarello, 1843, veterinario)

Paolo Covini - (Pavia, 1837, medico)

Luigi Daccò - (Marcignago, 1838, ing)

Pietro Dagna - (Pavia, 1842)

Carlo Devecchi - (Copiano, 1842)

Luigi Fabio - (Pavia, 1836)

Luigi Forni - (Pavia, 1837)

Giuseppe Fusi - (Pavia, 1840, commesso)

Carlo Galli - (Pavia, 1837, cambiavalute)

Angelo Gilardelli - (Pavia, 1837)

Gerolamo Giudice - (Codevilla, 1829, sottotenente)

G. Battista Griggi - (Pavia, 1834, Finanziere)

Giacomo Griziotti - (Corteolona, 1823)

Giuseppe Gruppi - (Pavia, 1840, impiegato)

Angelo Lavesi - (Belgioioso, 1827)

Carlo Lovati - (Pavia)

Pietro Manenti - (Vidigulfo, 1839, commerciante)

Enrico Novaria - (Pavia, 1832, possidente)

Luigi Novaria - (Pavia, 1827, possidente)

Urbano Pavesi - (Albuzzano, 1842)

Biagio Perduca - (Pavia, 1835)

Giovanni Gaetano Pozzi - (Pavia, 1846)

Carlo Ricci - (Pavia, 1841)

Pietro Ricci - (Pavia, 1841, notaio)

Daniele Ricotti - (Landriano)

G. Battista Rigamonti - (Pavia, 1838)

Luigi Rossi - (Pavia, 1839)

Carlo Rovati - (Pavia, 1836)

Francesco Roggeri - (Pavia)

Camillo Rutta - (Broni, 1834)

Achille Sacchi - (Pavia, 1840)

Angelo Scaglioni - (Pavia, 1842)

Giovanni Schira - (Pieve P. Morone, 1838)

Antonio Tamburini - (Belgioioso, 1842)

Arturo Termanini - (Casorate, 1839)

Rodobaldo Tibaldi - (Belgioioso, 1839)

Giuseppe Tozzi - (Pavia, 1842)

Pietro Tronconi - (Genzone, 1841)

Giulio Turatti - (Pavia, 1843)  

Angelo Vaj - (Casorate, 1844, fornaio)

Pietro Vecchio - (Pavia, 1842)

Giacinto Zanardi - (Pavia, 1833)

Achille Zocchi - (Pavia, 1840)
 

Un’angolo del campo 15 del Cimitero Pavese è dedicato a personaggi che parteciparono alle guerre di indipendenza o alla spedizione dei Mille.