Storia

 

 

 

BASSO MEDIOEVO   1000 / 1492                                                    Tratto da:  Wikipedia - l'enciclopedia libera

Per basso medioevo si intende il periodo della storia europea e del bacino del Mediterraneo compreso circa tra l'anno 1000 e la scoperta dell'America nel 1492.

 

BASSO MEDIOEVO

Nel 996 è conte di Lomello Cuniberto; lascia la contea ai figli Aginulfo e Ottone I, che nel 1001 concentra nelle sue mani anche le cariche di Conte di Pavia e di Conte Palatino (la maggiore carica giudiziaria del Regno), con sede nel Sacro Palazzo (Palazzo Reale) di Pavia.

Nel 1024, alla morte dell'Imperatore Enrico II, i Pavesi distrussero questo palazzo, e i Conti Palatini si ritirarono in Lomellina, loro dominio originario, dove resistettero alle pressioni del nascente comune pavese; furono infine sottomessi e costretti a stabilirsi in città.

Nello stesso tempo il Comune di Pavia cominciò a estendere la propria influenza sull'Oltrepò, dove già il Vescovo e vari monasteri della città avevano la signoria su numerosi paesi.

La città di Pavia stava quindi nuovamente unificando il territorio di quei popoli che l'avevano fondata molti secoli prima. Questo stato di fatto fu ufficializzato nel 1164 da Federico I, che attribuì a Pavia l'intera Lomellina e gran parte dell'Oltrepò rimaneva meridionale.

Per il possesso di queste terre Pavia dovette lottare a lungo con i Comuni vicini, specie con Piacenza, raggiungendo infine una certa stabilità di confini, grazie all'azione di pacificazione del Vescovo di Pavia Folco Scotti, divenuto poi Santo. Ma la più pericolosa nemica di Pavia fu senza dubbio Milano, che le contese a lungo il possesso della Lomellina. In tale occasione fu fondamentale l'opera di mediazione del Vescovo di Vercelli, divenuto successivamente Sant' Alberto di Gerusalemme.

Più tardi, all'inizio del XIII secolo, Pavia si trovò in una posizione di lotta contro il Papato soprattutto per le malvagie influenze di Federico II. Colpita anche da l’Interdetto, la città cadde in uno stato pietoso: lo spirito religioso quasi spento e i costumi del tutto rilassati.
L'azione del predicatore Isnardo, presente nella città sino alla sua morte ne 1244, fu come un soffio rinnovatore e lo spirito cristiano rifiorì meravigliosamente.

L'azione di Isnardo animò anche la volontà del vescovo pavese Rodobaldo che insieme al Papa predicò la crociata contro Federico II, cosa che gli valse il carcere.
Poi si adoperò per riconciliare l'imperatore con Papa Innocenzo IV.

I Pavesi esercitarono sul loro territorio un potere signorile, mantenendo per secoli una condizione di privilegio rispetto agli abitanti rurali. I nobili pavesi vi possedevano la maggior parte dei beni fondiari, e questa situazione ancora sussisteva nel XVIII secolo.

Dal punto di vista amministrativo, l'area soggetta a Pavia era divisa in quattro zone molto disuguali, convergenti sulla città, secondo i punti cardinali, ovvero le porte da cui tali zone si raggiungevano:

a nord la Campagna Soprana (da porta Laudense);
a est la Campagna Sottana (da porta Oria);
a ovest la Lomellina (da porta Marica);
a sud l'Oltrepò con il Siccomario (da porta del Ponte).

Nei primi secoli del dominio pavese avvenne una sorta di osmosi tra le famiglie nobili di origine cittadina, che acquisivano terre, castelli e signorie nel territorio soggetto alla città, e le famiglie signorili locali di tale territorio, che si stabilivano in città, confondendosi con le prime.

In tal modo si formò un'omogenea classe dominante, di famiglie che non mancavano d'avere un piede in città e uno nel contado, di qui una torre, di là un castello. In tal modo le lotte politiche interne alla città, che videro schierarsi le maggiori famiglie, ebbero immediata ripercussione nel dominio pavese.

Tra queste famiglie dobbiamo ricordare in particolare:

i Conti Palatini,, da cui discesero i Langosco, gli Albonese, gli Sparvara e i Gambarana, capi della parte guelfa;
i
Sannazzaro, anch'essi di parte guelfa;
i Beccaria, capi della parte ghibellina;
i Belcredi, di parte ghibellina;
i Giorgi, di parte ghibellina, ma spesso nel ruolo di pacieri.

La lotta si focalizzò sulle casate dei Langosco e dei Beccaria, che avevano i loro punti di forza rispettivamente in Lomellina e nell'Oltrepò.

Alla fine però ebbero la meglio i Visconti di Milano, che presero la città nel 1359, dopo aver assoggettato tutto il territorio.

Quando i domini viscontei furono elevati a Ducato con decreto imperiale (1395), il territorio pavese prese il nome di Contea di Pavia, ed era appannaggio del Duca di Milano o del suo erede.

 

 

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