LE ORIGINI 

Da  "La Provincia di Pavia - Comune per comune " 

Poco o nulla si conosce delle origini del paese, situato nella piana tra il Lambro e l’Olona, e che appare citato come Cella Nova per la prima volta nel secolo XII.

Non è improbabile che qualche religioso (forse dei Benedettini di Sant’Ambrogio di Milano che nella zona avevano possedimenti) vi stabilisse la sua dimora, o per custodia dei beni del convento stesso o per desiderio di una vita eremitica.

Nel 1181 non è già più una singola abitazione, ma risulta essere una comunità costituitasi in libero comune, con obbligo di tributi a Pavia (trenta soldi, per “tassa di frodo e giogatico”), della cui “campagna sottana” (la “campagna sottana” era costituita dai territori agricoli situati a oriente dal capoluogo; quelli settentrionali formavano la “campagna soprana”) faceva parte.

Nel XV secolo Ceranova fu annessa al feudo di Mandriano e nel 1431 fu assegnata a Giovanni Barbiano di Belgioioso.

Nel 1662 fu smembrata da Mandriano e infeudata al capitano Giovanni Battista Panigarola che ne assunse il titolo comitale; nel 1759 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria trasferì il possedimento al marchese Carlo Maria Cavalli, giureconsulto.

Nel 1929 il comune di Ceranova venne soppresso e il suo territorio aggregato al comune di Lardirago; nel 1947 riacquistò l’autonomia e nel 1963 gli fu annessa la frazione Gioiello, già anch’essa di Lardirago.

 

 

 I PERSONAGGI 

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 L'ARCHITETTURA 

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Dove ora sorge la parrocchiale dei Santi Vito e Modesto fino al 1460 si ergeva un semplice oratorio dipendente dalla basilica arcipretale di San Peculiano, la cui prima memoria appare nel 1408, in un rogito del notaio vescovile Griffi; fu costruita tra il XV e il XVI secolo e rimaneggiata nell’Ottocento.

Vi si conserva un bassorilievo marmoreo raffigurante una Madonna con Bambino, attribuito alla scuola di Giovanni Antonio Amadeo.

Sono interessanti spunti di architettura le cascine del territorio e tra queste in particolare la cascina Gioiello.