Si tratta della via che nel lontano passato portava agli ingressi migliaia fra operai e impiegati della Snia Viscosa.

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Il nome di Carlo Alberto Pisani Dossi, erede di una delle tante famiglie antiche e benestanti della provincia Pavese, è ricordato per il suo grande apporto alla politica ed alla cultura e pertanto giustamente commemorato.

 

Egli nacque nel 1849 a Zenevredo, un piccolo paese in provincia di Pavia dove i Pisani-Dossi possedevano delle proprietà da diverse generazioni. Egli stesso, nelle proprie opere, vanterà più volte una parentela con Cesare Beccaria.

Partecipò giovanissimo al movimento della Scapigliatura milanese, scrivendo articoli sui periodici locali e realizzando opere come L’Altrjeri – nero su bianco, Vita di Carlo Alberto Pisani, Note azzurre, Ritratti umani - dal calamajo di un medico.

Notevole fu la sua amicizia con Tranquillo Cremona che dipinse per lui un ritratto (immagine a lato)  conservato oggi nella villa di Corbetta e dal quale lo stesso Dossi affermò di aver imparato l'arte dello scrivere.

 

Legato il suo nome a quello di Francesco Crispi, divenne ben presto (1870) Console a Bogotá, Ministro Plenipotenziario ad Atene e negli ultimi anni di vita, Governatore dell’Eritrea (a cui pare abbia dato il nome).

 

In seguito alla caduta del governo Crispi (1896), abbandonò la carriera diplomatica e si ritirò nella villa di Corbetta, nel milanese, tutt’oggi presente, ereditata dallo zio della moglie, il Comm. Francesco Mussi, per coltivare la propria passione: l’archeologia (continuata poi in forma di collezionismo dal figlio Franco Dossi).

 

La villa di Corbetta

 

Grazie ai reperti trovati ad Atene ed a Roma, oltre a materiale precolombiano ed a oggetti trovati in scavi eseguiti nelle zone di Corbetta, Albairate, Santo Stefano Ticino, Sedriano e lungo le sponde del Ticino, progettò il Museo Pisani Dossi che situò nella sua casa di Corbetta, oltre ad una serie di reperti che furono inviati al museo archeologico del Castello Sforzesco di Milano dopo la sua morte.

Come scrittore adorava il gioco sintattico e lessicale, con bruschi cambiamenti di genere dall'aulico al popolaresco, usando un rimescolamento di vocaboli latini e lombardi, tecnici e gergali.

Gli ultimi anni della sua vita li volle passare in vicinanza del lago di Como e alla fine del 1800 decise di costruire una residenza che a lavori terminati divenne un gioiello di arte e architettura circondato da un rigoglioso giardino e con una magnifica vista sul lago di Como.

Lo sperone di roccia su cui fu fatta costruire la grandiosa villa prese il nome di Dosso in onere a Carlo Dossi.

La villa di Carlo Dossi ►

 

Calo Dossi morì nel 1910 a Cardina (Como) nella sua grandiosa villa e la salma venne successivamente trasferita a Corbetta ed esposta alla pubblica venerazione.

Attualmente, la salma del Dossi riposa nella cappella di famiglia da lui fatta costruire dall'Architetto Perrone nel cimitero di Corbetta e il suo erede attuale è il Conte Giacomo Macchi di Cellere, figlio della Contessa Carola, nipote di Carlo Alberto Pisani Dossi, coniugata con il Conte Ranieri Macchi di Cellere.

 

Del personaggio Carlo Dossi si occupò anche Monsignor Cesare Angelini che di lui tracciò una simpatica descrizione...

Dossi? Fu questo nostro scrittore uomo piuttosto bizzarro...


 

 

 

VIA

CARLO

DOSSI

 

da Viale Partigiani  sino a via Monte Fiascone.