Via Milazzo vorrebbe rivedere la Torre del Catenone rimessa in piedi...
CURIOSITÀ DI PAVIA E DINTORNI - LA CITTÀ CHIEDE AIUTO…
La secca del Ticino fa spesso riaffiorare dai fondali del fiume alcune testimonianze della secolare storia di Pavia.
Sui fondali del nostro amato fiume giacciono infatti diversi resti storici, quali gli avanzi del ponte romano e di quello medievale e uno molto significativo, la torre del catenone.
I suoi resti sono visibili dalla zona del Borgo Basso, alla fine di via Milazzo. (immagine a lato ► )
E' chiamata cosi perchè, ai
tempi in cui venne eretta intorno al 1300, era la base da cui si manovrava una
grande catena che partendo dalla stessa torre raggiungeva una base di aggangio
sul lato opposto del Ticino.
Tale punto di ancoraggio della catena era, e si vedono ancor oggi le tracce
murarie, ai piedi del bastione della darsena, praticamente dove lo scolmatore
del naviglio entra in Ticino, a pochi passi dal palazzo delle esposizioni.
( ◄ immagine a lato )
Premesso che Fino alla fine del
XV secolo Pavia, era uno dei più importanti porti fluviali dell’Italia
settentrionale e i suoi navigli raggiungevano il mar Adriatico trasportando
merci nostrane e tornavano portando mercanzia soprattutto di origine
orientale, nella sua ampia darsena trovavano ricovero navi d’ogni tipo, dai
grandi galeoni da trasporto, alle veloci navi militari, ai piccoli e comuni
navigli fluviali.
La grossa catena che attraversava il fiume veniva tesa ad ostacolare il passaggio dei natanti e proteggere l’intero complesso portuale della città soprattutto se si trattava di navi nemiche e veniva mollata, praticamente adagiata sul fondo del fiume, per l’accesso amico.
(immagine a lato ► )
L’attività del porto pavese
durò per parecchi anni e durante il periodo Visconteo e successivamente
Sforzesco il porto divenne anche sede della flotta ducale ricordando la
vittoria della stessa, capitanata dal pavese Pasino degli Eustachi, che nel
1431 sconfisse i Veneziani che tentavano di impadronirsi della via d’acqua Mar
Adriatico-Pavia,
La torre del catenone continuò a svolgere il suo compito di difesa dell’area
portuale.
Fino a quando nel 1525, durante la famosa battaglia di Pavia combattuta fra i Francesi capitanati dal Re Francesco 1° e gli Spagnoli di Carlo V°, una formazione francese che dall’area del Borgo Ticino cannoneggiava su Pavia, trovandosi di fronte la Torre del catenone con alcuni armati che la difendevano, distrussero la Torre e uccisero i suoi difensori.
( ◄ 1525, la Battaglia di Pavia)
Passarono
gli anni, il Ticino ridusse notevolmente la sua portata d’acqua e i mezzi
fluviali che potevano percorrerlo si ridussero notevolmente di stazza.
Un chiaro esempio dell'esistenza della torre danneggiata dall'esercito francese lo si puo vedere dalla mappa di Pavia del Ballada datata 1654.
(mappa del Ballada ► )
L’attività turistica e commerciale continuò ugualmente spostando la sede operativa più a valle del centro cittadino, in pratica nello slargo del Ticino dove nei primi anni 80 venne realizzato i portale di accesso al Naviglio Pavese.
( il porto , di Giacomo Trecourt ► )
E arriviamo ai giorni nostri, al 2000… I resti della Torre del Catenone affiorano quando il Ticino è in magra, praticamente quasi sempre.
Sicuramente lo spirito con il quale fu innalzata con la sua catena di sbarramento, cioè la difesa della città dall’arrivo fluviale di nemici o altri elementi poco raccomandati fu sicuramente una ammirabile scelta strategica che accompagnò la vita cittadina per oltre due secoli.
Con un impegno pubblico e
privato sarebbe sicuramente possibile costruire una nuova torre, nella
posizione dei resti presenti, creando uno spazio di osservazione in grado di
ospitare scolaresche e illustrare loro la lunga vita della Torre sia da “viva”
sia da distrutta…
LA CITTÀ POTRÀ ESSERE COSÍ ARRICCHITA DA UNA
CURIOSA REALTÀ STORICA DEL NOSTRO PASSATO.