La statua di Santa Maria alle Cacce... vorrebbe tornare al suo posto.
CURIOSITÀ DI PAVIA E DINTORNI - LA CITTÀ CHIEDE AIUTO…
Sopra vediamo il gesso della statua dello scultore Scapolla e a destra la scultura che da quasi ottanta anni giace nel Castello Visconteo.
Si tratta di un'opera d'arte che come tale non merita di essere legata alle motivazioni politiche delle sue origini...
Pavia meriterebbe di poterla mostrare ai visitatori di Santa Maria alle Cacce.
La statua di Santa Maria alle Cacce... vorrebbe tornare al suo posto,
per rendere onore al suo autore Giovanni Scapolla.
La Chiesa di Santa Maria alle Cacce deve il suo nome al fatto che sorgeva fuori le mura, ove i re longobardi si recavano a caccia e secondo la tradizione, fu fondata nel 747 dal re Rachis.
Con il passare dei secoli andò in rovina, fu in gran parte ricostruita nel 1670, sino ad arrivare all’inizio 900 come da immagine a lato.
All’inizio del 1930, nell’ambito di un rinnovato senso cittadino di realizzare nuove realtà architettoniche o di migliorarne altre già presenti e bisognose di importanti restauri, la parte retro-absidale della Chiesa di Santa Maria alle Cacce viene inserita in tale ultimo progetto.
Vengono affidati i lavori a Carlo Emilio Aschieri, noto architetto pavese di quel periodo e a fine lavori cambia la facciata di via Scopoli come da immagine a lato.
Al centro della parete fu prevista una nicchia in grado di ospitare una statua e nel caso specifico si decise di commissionarla allo scultore pavese Giovanni Scapolla.
La statua progettata da Scapolla raffigurava un giovane dai tratti littori che sosteneva un caduto, mentre un’altra figura maschile dolente era accosciata al suo fianco.
La statua prese forma ma nel novembre 1936, in occasione della visita a Pavia del Capo del Governo per l'inaugurazione del restauro della Chiesa, il bronzo non era ancora stato colato perciò si rimediò mostrando il calco in gesso che vediamo a lato.
Nel 1937 avviene
l'inaugurazione del bronzo.
◄ Per vedere la statua in
bronzo esposta.
La storia della statua è
accompagnata da un simpatico dialogo.....
Una volta terminata, il Podestà Angelo Nicolato rimproverò bonariamente in
dialetto lo scultore Scapolla, (dichiaratamente anti regime per sua stessa
ammissione) :
“Ma Giuanin…ta me nanca fat un fascio ai pè d’la statua !...”
Risposta di Scapolla:
“…Oh già, mi fo al fascio, che insì se pö am paghì no..la statua l’am rèsta in täl göb ! Almen insì la va ben pär tut…”
(Dal Bollettino della Soc.Pav. di Storia Patria – anno 1993, pag. 225, nota 6.)
Il 26 Luglio 1943, giorno successivo alla caduta del ventennale regime fascista il prefetto di Pavia dispone che la statua fosse tolta dalla nicchia della Chiesa di Via Scopoli e deposta sotto un’arcata del cortile nel castello Visconteo.