La Madonna della palla. di GianCarlo Mainardi
CURIOSITÀ DI PAVIA E DINTORNI - LA CITTÀ CHIEDE AIUTO…
Con questo nome è conosciuta un’immagine sacra dipinta in un’edicola posta sulla facciata della casa sita al n. 5 di via Lanfranco, angolo via Severino Boezio.
Circa nel centro dell’affresco, fra il petto della Madonna e la testa del
Bambino, è incastrata una palla di cannone.
(L'affresco prima del nubifragio del
1988 mostrava ancora evidenti tracce dei personaggi)
L'edicola,
prima del ►
nubifragio
del 1988
◄ nello stato
attuale.
Sicuramente si è trattato di un piccolo cannone, risalente all’assedio di Pavia
del 1655 da parte dei francesi al comando di Tommaso di Savoia.
Il proiettile, sferico, di circa 12 cm di diametro ed un peso di oltre 6 chilogrammi, risulta incastrato quasi esattamente per metà.
Vediamo a destra una palla di cannone seicentesca sparata sulle mura di Pavia nel 1655.
La sua posizione di incastro farebbe pensare sia stata sparato da una batteria di cannoni posta oltre le mura spagnole di viale Cesare Battisti.
Sulla posizione del cannone si possono fare solo ipotesi basandosi sulla
traiettoria della palla e sulla gittata che poteva avere il cannone che l’ha
sparata.
Tracciando un’ipotetica parabola si può concludere che il cannone facesse parte
di una batteria posta all’incirca dove oggi è sita la stazione ferroviaria.
In effetti secondo gli storici pavesi, che descrivono i fatti, in quella zona era concentrato il grosso del fuoco di assedio.
La gittata utile di questi cannoni era di circa un chilometro, con una carica di 3 Kg. di polvere nera, ma nel caso specifico è probabile che il servente abbia caricato il cannone frettolosamente e con scarsa polvere.
I danni di impatto avrebbero infatti dovuto essere assai più devastanti.
Finalmente dopo dieci mesi di cannoneggiamenti i francesi tolsero l’assedio;
erano partiti con diciottomila uomini di fanteria e settemila cavalieri, e
ritornarono ridotti a 8.250 unità.
E’ ancora oggi inspiegabile come la popolazione pavese, in maggioranza civile, digiuna di cognizioni di tiro, di tempi e modi di tattica militare, abbia potuto respingere un esercito di 25.000 uomini armati e addestrati.
Cinquant’anni dopo i pavesi eressero l’edicola, con decorazioni ai lati e con teste di angeli e putti e allegorie barocche alla cimasa.
Sotto l’immagine la cittadinanza fece apporre una scritta gratulatoria:
SUB TUUM PRAESIDIO PROGENTE
REGINA MUNDI SECURI DE INIMICIS NOSTRIS
TRIUMPHUM REPORTABIMUS
1655 DIE X 7MBRIS HUIUS CIVITATE GALLORUM
OBSIDIONIS VERO QUADRAGESIMA NONA
SOTTO LA TUA PROTEZIONE,
O REGINA DEL PACIFICO MONDO,
RIPORTAMMO LA VITTORIA SUI NOSTRI NEMICI
IL GIORNO 10 DI SETTEMBRE 1655.
NEL 49° ANNIVERSARIO
DALLA FINE DELL’ASSEDIO DEI GALLI A QUESTA CITTÀ
La speranza è di vedere presto restaurato
l'affresco nell'edicola della Madonna della palla.’