"La storia è la narrazione degli eventi importanti del passato, che hanno accompagnato il cammino della specie umana.

Gli eventi storici sono, altresì, i particolari della storia in cui la presenza umana ne è protagonista."

IL TENENTE MAINARDI ANGELO MARIA

UNA PALLA DI FUCILE AUSTRIACA…..AL BISNONNO PAVESE.

Da appunti di casa di GianCarlo Mainardi.

 

Conservata per 150 anni… E’ in casa, in cornice insieme alla medaglia commemorativa per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia.

E’ una palla di fucile austriaco,  al colletto porta legato un spaghino e un bigliettino fragile con la scritta in bella calligrafia:  Ten. Mainardi Angelo Maria, a tergo: “ Palestro il 30 maggio 1859”.

 

Da cio che si tramandò in famiglia sia a voce sia  per mezzo di appunti ingialliti, pare che il 30 maggio 1859 il Tenente Mainardi si trovasse nel bel mezzo della battaglia di Palestro, per la precisione nei pressi di Rosasco.

L'attestato della medaglia commemorativa

 

 

Il Tenente Mainardi Angelo Maria

 

Come tutti gli ufficiali era in sella alla sua cavalla di nome Chita,(o Clita, la grafia non è chiara) ed era seguito dalla sua compagnia a passo di corsa.

Una lontana fucilata austriaca lo colpì in una parte non vitale, pare nello strato adiposo dell’addome.

Ricordo che da bambino il nonno mi raccontava la faccenda colorandola a modo suo…”eh..mio padre fu un eroe, in guerra ha preso una palla in pancia, ha girato la cavalla…e, (aggiungendo di suo…) ”tutto sanguinante…!”  si è messo al riparo da solo…”

 

La pallottola che colpì il Tenente Mainardi

 

Qui le notizie si fanno scarne, pare che la palla fu estratta e sulla ferita  vennero messe filacce…forse da contadini, forse da commilitoni…non si sa dove venne portato.

Le notizie qui si fermano ma il bisnonno si salvò.

Poi gli arrivò, lenta, la nomina a capitano per meriti di guerra e  venne decorato di medaglie delle quali si persero le tracce nei decenni intercorsi.

 

 

Si conservò solo la medaglia commemorativa per l’Unità d’Italia e la palla conservata per un secolo e mezzo in una scatolina di cartone tra frammenti (risvoltati chissà quante volte..) di carta scritti a matita copiativa.

Poteva andare peggio, il bisnonno aveva due figli maschi adolescenti, il terzo, mio nonno, nacque due anni dopo. Segno che il bisnonno era…. guarito bene.

Mi han sempre detto in famiglia che assomiglio molto nei tratti del viso al bisnonno Angelo.

Ne sono assai fiero….