Percorrendo Viale della Repubblica da Porta Milano verso nord si giunge in prossimità del rione Gramegna, ove terminava la struttura della ex Vittorio Necchi.

Qui esiste un complesso di forma rettangolare con due ali laterali, di forma quadrangolare, prolungate verso il viale centrale.

Una volta questo edificio faceva parte della "Manifattura Italiana Carlo Pacchetti". L'ala sud era la casa che ospitava la famiglia del portiere e quella di mio padre che, oltre ad essere il capo dell'officina di manutenzione, era anche il capofabbrica. Nell'ala nord, parallela a quella sud, c'era lo studio e la casa del direttore dello Stabilimento.

La struttura centrale è formata da un piano terra rettangolare, piuttosto lungo, che fungeva da refettorio per i dipendenti, e da un primo piano, della medesima caratteristica, che aveva la funzione di salone per riunioni.

Però per questa struttura in particolare c'è una curiosità storica che, forse, in pochi a Pavia ne sono a conoscenza.Durante la Prima Guerra Mondiale (1914 - 1918) questa parte centrale al completo era adibito a Ospedale Militare per gli ufficiali ed i soldati inglesi feriti sulle Alpi durante i combattimenti al fianco dei Soldati Italiani.

Il medico che dirigeva questo Ospedale era il Capitano dottor Ettore Mainardi (1869 - 1942) ed era mio zio perché marito della sorella di mia mamma.

Il Dottor Ettore Mainardi  >

 

Alla fine della guerra il Re dell'Impero Britannico, Giorgio V, in riconoscenza all'attenta opera prestata nella cura dei feriti inglesi, lo nominò Ufficiale Onorario della Divisione Civile Ospedaliera dell' Impero Britannico e lo decorò con la Croce Reale di San Giorgio con Corona e Nastro Viola accompagnata da una pergamena autografa di ringraziamento

<  La pergamena con la Croce al Merito.

 

Un altro cimelio riguardante la profonda riconoscenza di coloro che furono curati in quel periodo, in sostanza più modesto, ma altrettanto significativo, è costituito da una foglia di platano intagliata in corrispondenza di ogni nervatura con delle parole che formano una frase di riconoscenza e ringraziamento dei soldati curati dal Cap. Dottor Mainardi.

      Alberto Figini