Le Macchiette di Pavia e dintorni

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Tratto da "Care Macchiette Pavesi" di P. Marabelli e "Giuąn al mąt" di A. Faravelli

 

 

Bigił era tra i pił popolari brumisti che facevano servizio in cittą nei primi decenni del Novecento e che furono soppiantati dalle vetture trainate da due cavalli, dai tram e poi dal crescente numero dei taxi.

Chiolini, in una storica fotografia, lo ritrasse davanti alla stazione, mentre Angiola, altra nota macchietta pavese, gli lucida le scarpe.

Baffi all'Umberto I, mantellina da brumista, cilindro di tela cerata, pantaloni con riga e scarpe grosse: ecco il suo equipaggiamento.

Posteggiava abitualmente in Strada Nuova, presso l'Universitą da dove facilmente raggiungeva la Trattoria Dogana, nell'attuale Via Mentana per l'immancabile «grappino» mattutino che era la sua medicina e per il buon bicchiere di vino che le mance gli consentivano.

Con Ciccon fu il pił spassoso tipo di popolano della cittą: dalla cassetta della sua carrozzella, tutto osservava, tutto giudicava, filosofando argutamente, con battute comiche; chiudeva un occhio sulle effusioni amorose dei suoi clienti, ma non la bocca per dirne qualcuna delle sue.

Con lui, scomparve il trotto riposante del suo cavallo.

Oggi ci stiamo abituando alla violenza barbarica di corse pazze per inseguire... il vento e le nuvole.
 

Bigiu, il brumista