STORIE E LEGGENDE in Pavia e dintorni

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L'OLMO DEL FOSCOLO A  SAN GERVASIO E PROTASIO 

Nel 1761, nell'arioso piazzale antistante la chiesa di San Gervasio e Protasio, fu piantato un olmo che nel giro di pochi decenni divenne talmente alto e frondoso da superare in altezza il campanile stesso della chiesa.

I suoi rami, ricchi di fogliame, creavamo un piacevole angolo di ombra e di frescura.

Per questo motivo divenne popolarissimo a Pavia con il nome di olmo del Foscolo, poiché il ricordo vuole che il sommo poeta, durante il suo soggiorno pavese dal 1808 al 1812, amasse sedersi sotto lo stesso per godere della sua ombra nei propri momenti di riflessione.

La leggenda nata intorno all’olmo narra che, per una causa strettamente naturale, il tronco dell'albero, prima di svilupparsi in senso verticale, si sia “movimentato” al punto di creare un’ampia cavità alla base del tronco stesso.

Una notte il Parroco della Chiesa udì dei gemiti, uscì sul sagrato e seguendo la direzione dei suoni, arrivato all’olmo, nella cavità trovò un bellissimo neonato….

Senza porsi alcuna domanda chiamò una levatrice del vicinato, le affidò il corpicino che fu poi assegnato ad una mamma della Parrocchia.

Il bimbo da subito mostrò una salute di “ferro” al punto che le voci dissero che la causa era da ricercarsi nella protezione che l’olmo aveva manifestato, quasi fosse stato un suo “frutto”.
Da quel giorno le mamme iniziarono a portare i loro neonati all’olmo, li posavano delicatamente nella cavità, ringraziavano la pianta e tornavano alle loro case con il loro figlioletto, pienamente soddisfatte.

Tutto questo durò sino a quando nel 1901 il secolare olmo del Foscolo cessò di vegetare e fu abbattuto.