CESARE PRIMO MORI,

IL "PREFETTO DI FERRO" PAVESE

da una nota di Gabriele Arecchi

 

 

 

 

 

 

Il primo bambino a venir deposto dentro la ruota del nuovo orfanotrofio di Pavia, nell'ex Monastero di San Felice, il giorno stesso della sua nascita, lascerà un segno indelebile nella storia d'Italia.

Era il 1° gennaio del 1872.

All'orfanello venne dato il nome di Primo Nerbi, secondo quanto annotato scrupolosamente sui registri, dal sorvegliante Mario Perelli, visto appunto che era il primo orfano preso in carico dall'istituto.

Primo visse in orfanotrofio fino all'esatto compimento degli otto anni quando i suoi genitori naturali, l’ingegner Felice Mori e la moglie Rachele Pizzamiglio, dopo essersi sposati lo vollero con loro.

Gli fu cambiato il nome in Cesare Mori ed iniziò la sua formazione professionale.

 

 

Studiò presso l'Accademia Militare di Torino e fu poi trasferito a Taranto dove conobbe una ragazza, Angelina Salvi, che successivamente sposò.

Passò quindi in polizia, operando prima a Ravenna, poi, nel 1904, a Castelvetrano, in provincia di Trapani.

Dopo vari incarichi presso le Prefetture delle città "più calde" dei primi trent'anni del Novecento, grazie alla sua azione vigorosa ed efficace, fu appellato "il Prefetto di ferro"!

 

 

Divenuto senatore, con decreto del 25 giugno 1929 ottenne di aggiungere il nome di Primo a quello di Cesare.

Il prefetto pavese morì a Udine il 5 luglio 1942, però, volle che il suo corpo fosse sepolto a Pavia.

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