Essere Re dei Longobardi: rischi e dolori !

La storia studiata sui banchi di scuola ci permette di conoscere le vicende che hanno accompagnato la nascita e la crescita dell'umanità.

I dettagli, i particolari, le curiosità devono essere ricercati nelle nascoste scritture degli storici che hanno vissuto da vicino gli eventi raccontati.

Per noi pavesi, il leggere e comprendere tali scritti ci offre l'opportunità di scoprire i curiosi retroscena del nostro passato, particolari legati alle solide realtà che incontriamo ogni giorno nella nostra città.  

 

660  -  . . . . .  

661 - Muore Ariperto I,  i suoi due figli Godeperto e Pertarito sono nominati successori congiunti sul trono longobardo.

Godeperto elegge a sua capitale Pavia, mentre il fratello si insedia a Milano.

Tra i due fratelli si apre immediatamente un conflitto civile; Godeperto invoca l'aiuto del duca di Benevento, Grimoaldo, che accorre senza esitazione.

 

 

662 - Giunto a Pavia Grimoaldo, invece di aiutare il sovrano pavese ad impossessarsi dell’altra metà del regno, lo uccide e ne occupa il trono. Il giovane figlio di Godeperto, Ragimperto, viene messo in salvo dai fedeli del padre ucciso.

Il nuovo re, pur non essendo ben visto dai sudditi, regna per 9 anni.

 

 

671 - In un dubbioso incidente di caccia muore Grimoaldo e dopo tre mesi Pertarito , il secondo figlio di Ariperto I con sede a Milano, viene eletto re sul trono di Pavia, con solenne cerimonia nella Basilica di San Michele. Malgrado le vecchie conflittualità con il fratello, re Pertarito nomina il nipote Ragimperto duca di Torino.

 

 

678 - Pertarito, per assicurare al figlio Cuniperto la successione al trono ed evitare spiacevoli sorprese, lo nomina re dei Longobardi, affiancandolo come collega nella conduzione del regno. Nel 688 muore Pertarito e il figlio rimane unico regnante.

 

 

700 - Muore Cuniperto, dopo 22 anni di regno e viene sepolto in S. Salvatore fuori le mura, vicino al nonno, fondatore della chiesa stessa, e al padre.

Il trono è lasciato al giovane figlio Liutperto, che per la giovane età viene affiancato da un tutore: lo zio Ansprando, duca di Asti.

 

701 - Ragimperto, cugino di Liutperto, dimenticando la benevola concessione dello zio nel 671, si ribella e reclama per sé il titolo regio. La disputa si risolve con una battaglia, combattuta a Novara agli inizi del 701, che lo vede vincitore sul tutore di Liutperto, Ansprando. Dopo la vittoria occupa Pavia, depone Liutperto e Ragimperto si fa proclamare re, associando immediatamente al trono suo figlio Ariperto II.

Poco dopo, ancora nel 701, Ragimperto muore. 

702 - Il giovane Liutperto con il fedele Ansprando e con l’aiuto di nobili Longobardi, tenta di recuperare il trono. Si avvicina a Pavia e affronta l’esercito di re Ariberto II. Quest’ultimo ne esce vincitore, Ansprando fugge e Liutperto, ferito, è fatto prigioniero e viene ucciso per annegamento.

Ariperto II tenta di raggiungere Ansprando ma questi riesce a raggiungere il Duca di Baviera, discendente della Regina Teodolinda.

 

712 -  Ansprando mette insieme un potente esercito Bavarese e scende in Italia per affrontare Ariperto II. Lo scontro è violentissimo con gravi perdite da entrambe le parti, le più gravi da parte dei Bavaresi, pronti a ritirarsi.

Ariberto II non se ne rende conto e rientra frettolosamente in città con l’esercito. Il popolo non accetta la resa e manifesta contro il Re, questi, per timore di vendetta, prende tutto l’oro che poteva portare con sè e di nascosto fugge per raggiungere la Francia.

Nell’attraversare il Ticino , per colpa dell’enorme peso dell’oro che portava addosso, Ariperto II annega miseramente.

Viene ritrovato il giorno successivo e dopo le onoranze funebri viene sepolto in San Salvatore.

Il popolo elegge Ansprando nuovo re dei Longobardi.

Dopo soli tre mesi il re Ansprando muore, con la consolazione, prima di spirare, di vedere eletto al posto suo il figliolo Liutprando.

Durante il regno di quest'ultimo viene trasferita da Ravenna a Pavia la statua del Regisole, viene costruita la chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro e, nel marzo del 728, vengono traslate a Pavia le spoglie di sant'Agostino, dalla Sardegna, appena occupata dai Saraceni.

 

736 - Liutprando, amato e temuto dal suo popolo per la sua saggezza di legislatore, per l’efficacia nel comando militare e per il coraggio personale, si ammala gravemente al punto che i nobili Longobardi decidono di nominare un nuovo Re, il nipote  Ildebrando.

Durante la solenne investitura presso la chiesa di Santa Maria alle Pertiche un cuculo si posa sullo scettro tenuto fra le mani dal nuovo Re.

I saggi interpretano il fatto come un messaggio divino indicante l’inutilità dell’elezione del nuovo Re.

Infatti, miracolosamente, Liutprando guarisce dalla sua grave malattia e saputo dell’accaduto, accetta come collega regnante il nipote neoeletto. 

Dopo un comune regno di otto anni, Liutprando muore lasciando addolorato il popolo Longobardo e al contrario, festante quello Romano e Ravennate.

Re Ildebrando, rimasto solo, nel giro di pochi mesi muore o forse viene deposto dai Duchi che volevano un diverso atteggiamento verso Roma e Bisanzio.

 

 

744 - Viene eletto re dei Longobardi Rachis, di indole belligerante, che dopo un iniziale periodo di tranquillità, rompe la Lega con il Pontefice e si avvicina minaccioso a Roma.

Pregato dal Papa Zaccaria di non porsi contro la Chiesa, rinnova l'alleanza con il Papato.

 

749 - Rachis, colto da una religiosa vocazione, con il consenso della moglie e della figlia Epifania, rinuncia al regno, indossa il saio e si ritira nel convento di Santa Maria alle Cacce.

Astolfo occupa il posto del fratello e diviene re.

Questi inizia una altalenante conflittualità verso la Chiesa e verso i Francesi, riuscendo solo a far maturare buoni rapporti fra i due.

Nel 754 Astolfo arriva ad assediare Roma per tre mesi, creando gravi disordini nei sobborghi della città stessa. Riesce  a trafugare e portare a Pavia parecchie Sacre Reliquie.

Il Papa chiede l'intervento dei Francesi, Pipino entra in Italia e cinge d'assedio Pavia. Astolfo viene a patti, restituendo al Pontefice Ravenna e altre città recentemente occupate.

Negli anni successivi Astolfo vive da "Buon Crisiano", edifica fra le altre la chiesa di San Marino, ove fa deporre le Reliquie portate a suo tempo da Roma. Nel 756, durante una battuta di caccia al cinghiale, si ferisce e muore.

L'espansione Longobarda al tempo di Astolfo

 

756 - Alla notizia della morte improvvisa di Astolfo, il fratello Rachis, monaco a Montecassino, rientra a Pavia e riprende il comando del regno. Prende questa decisione anche per il fatto che viene a conoscenza che Desiderio, capitano dei Longobardi e Duca di Toscana, in simpatia al Pontefice, ha radunato un grosso esercito di fedeli Longobardi per conquistare il titolo di re.

Rachis organizza un altrettanto agguerrito esercito e si oppone Desiderio. Questi, resosi conto della superiorità dell'avversario, chiede aiuto al Papa.

Il Pontefice, vedendo in  Desiderio l'uomo in grado di restituire alla Chiesa parecchie città del Ravennate, lo appoggia ordinando a Rachis di deporre le armi. Re Rachis rinuncia al trono e ritorna in convento.

 

757 - Desiderio viene eletto re dei Longobardi.

Da subito non mantiene le promesse fatte al Papato: non soltanto non consegna a Roma i territori conquistati da Liutprando, ma nel 758 si assicura l'appoggio diplomatico dell'Impero bizantino per estendere nuovamente i suoi domini.

Gli attriti con la Chiesa sono appianati solo nel 763 grazie ad appositi accordi.

A sugello dell'intesa, Desiderio si reca a Roma e garantisce i diritti del papa Paolo I che in cambio avverte il re dei Franchi, Pipino, che Desiderio è il suo difensore contro gli intrighi dei bizantini.


 

La storia ci illustrerà che in pochissimi anni si ribalteranno più volte le varie alleanze, si affronteranno i poteri Pontifici con quelli secolari, si troveranno di fronte eserciti Longobardi e Francesi, si vedrà cadere il secolare Regno Longobardo a favore dei Franchi di Carlo Magno e del suo potere nel Sacro Romano Impero.

 

LA STORIA  DI PAVIA E DEI SUOI DINTORNI  -  I LONGOBARDI

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