28 ottobre 1930: nascita di

“TICINUM” di ALBERTO MOLINA

rivista mensile illustrata di Pavia e provincia

 

E’ tutto merito, o colpa, dei Romani se Pavia ha cominciato a rendersi popolare tra i viventi e nel mondo di allora con il nome di Ticinum, lo stesso che avevano dato al fiume che l’accarezzava. Il corso della storia ha poi portato le ghiotte varianti della nostra attualità, cioè Pavia e Ticino.

Ticinum, però, è la magica, leggendaria, nostalgica parola che i Pavesi, da sempre, hanno voluto e amano svisceratamente celebrare ed esaltare. Una delle ultime importanti e probanti iniziative è la nascita, o meglio, la rinascita del Circolo Culturale TICINUM, voluta dall’encomiabile Presidente Mario Spadini che in questi ultimi anni è stato artefice di meritorie iniziative culturali, musicali, teatrali e ludiche di significativi successi.

Con Mario Spadini, Gigi Rognoni (Presidente del Circolo Culturale La Barcèla e Gran Maestro del Sodalizio dei Cavalieri della Zuppa alla Pavese e Alborella) e Toto Molina (Presidente del Cenacolo Pavese del Vino) si parlava proprio di queste, forse amene, rimembranze di pavesità.

«A proposito di Ticinum. – ci informò il Toto – Quando io non ero ancora nato, il 28 ottobre 1930, mio padre fondò e diresse sino al 1955 una rivista letteraria che chiamò, per l’appunto, Ticinum».

Rimanemmo folgorati ed incuriositi tanto che decidemmo di darci da fare per tentare di saperne di più. Avvicinammo alcuni anziani di nostra conoscenza: nulla! Tentammo su Internet … ma con analoga fortuna. Il Toto, però, che andò a rimestare nei suoi ricordi e a curiosare alla Civica Biblioteca Bonetta, riuscì a trovare qualcosa d’interessante e, inconsciamente, anche Sisto Capra, quel bravissimo scrittore e giornalista, ora impegnatissimo con il rampante Socrate al Caffè.

Alberto Molina nacque in Borgo Basso di Pavia, proprio nelle immediate vicinanze del Ponte Vecchio, nel lontanissimo 1897 e lasciò perpetuamente la sua adorata città natale nel 1958. Come tanti, quasi tutti gli studenti di quegli anni, Alberto era strapieno d’entusiasmo e ideali. A 17 anni riuscì, facendosi falsificare la Carta d’Identità, a partecipare alla guerra con l’Austria. Prigioniero oltralpe divise, e per parecchi mesi, insieme con altri sei giovani soldati come lui, le due sole pagnotte quotidiane che rappresentarono l’unico, scarso e povero alimento tanto che si ammalò di avitaminosi da carenze alimentari e, nel corso degli ultimi suoi anni, perse completamente la vista.

Terminata la guerra riprese gli studi presso la nostra Università e, per non essere di peso alla famiglia, divenne corrispondente del Popolo d’Italia: famoso rimane tutt’ora uno scoop giornalistico che a quei tempi aveva dell’incredibile. Sostituendosi al garzone di un bar, che portava i caffè ai giudicanti, riuscì a carpire in assoluta anteprima la sentenza di un importante processo e lo trasmise immediatamente al giornale che anticipò tutte le altre testate nazionali e locali!

Insieme con un assai numeroso e folto gruppo di universitari si mise in viaggio per la celebre Marcia su Roma. Si laureò brillantemente in medicina tanto che l’allora Federale di Pavia, il Prof. Nicolato, Cattedratico della specialità di Oculistica, gli offrì il posto di assistente … rifiutò adducendo che era ansioso di sposarsi e trovò sistemazione nella Condotta di Carbonatra Ticino-Villanova con propaggini sino alla cascina Brunoria. Avesse accettato l’incarico in Oculistica, ahimè, nel tempo sarebbe diventato un oculista “cieco”!

L’attività medica, che fu molto apprezzata dalla popolazione che assisteva, non gli impedì di venire a Pavia a frequentare concerti, teatro e dedicarsi anima e corpo alla sua Rivista TICINUM, che ha avuto come collaboratori penne mirabili quali quelle di Mons. Cesare Angelini, Don Faustino Gianani, Gino Soggetti e tanti altri personaggi culturali che andavano per la maggiore.

Sisto Capra ha scritto sul Giornale di Socrate che il 14 ottobre 1937 Alberto Molina commemorò la donazione fatta a Pavia da Mussolini della copia della statua bronzea di Cesare Augusto che si trova davanti al nostro Municipio. Alberto Molina era diventato importante e popolare in Pavia non solo per la sua rivista Ticinum e per il fatto che ebbe fama come poeta ma anche per aver scritto qualche libro per ragazzi (Barabù re del Perù)  e soprattutto, aver stilato il testo Melina e l’Orso, una delicatissima operetta musicata dal M° Zecca che ebbe un rilevante successo nel nostro suggestivo Teatro Fraschini.