musicista e ghitarrista pavese    

FABIO GAUZZI

“bossanova”  e “jazz” targati Pavia

 

Non sono un intenditore di musica e nemmeno tanto in fatto di poesia ma entrambe queste delizie dei sensi mi affascinano e mi intrigano.

Da buon pavese sono letteralmente rapito dalla genialità musicale tutta pavese dei Fio d’la nebia e dei Ticinn Chantal e di quella poetica di Angelo Ferrari, Angelo Gambini e Dario Morani, non solo secondo me, i più avvincenti poeti dialettali del secolo scorso nonché di Fabrizio Lana e Valter Vai, gli attuali vati di casa nostra più prestigiosi anche in lingua italiana che attraverso i loro pensieri latenti o un grido represso acquietano, rassicurano e talvolta ti fanno anche ridere mentre stai piangendo senza nemmeno sapere il perché.

Avendolo ascoltato e apprezzato più volte come solista ma anche come leader del gruppo vocale gli Ottomisti  o in quello vocal-strumentale  We & JT (le iniziali del grande songwriter James Taylor) mi è capitato di parlare di queste cose con Fabio Gauzzi, musicista e ghitarrista pavese di buona fama che è letteralmente innamorato, ovviamente, di tutti i generi musicali ma, in particolare, della bossa nova e del jazz.

«Ma chi è, in realtà, Fabio Gauzzi?». - chiedo al grande talento musicale Silvio Negroni.

«Lo conoscevo solo come collega, in quanto insegnante di ghitarra presso il CDM (Centro Diffusione Musica) di Pavia, poi, una sera ho avuto l’occasione di assistere ad una sua esibizione musicale. Sono rimasto piacevolmente colpito dalle sue armonizzazioni ricercate, di chiaro sapore sudamericano, eseguite con una raffinata tecnica ghitarristica. Mi sono reso conto di quanto bene si sposasse la “saudade” della “bossa nova” con le nebbiose atmosfere dei testi di Valter Vai, valorizzandone la poeticità. E’ proprio vero che la musica non ha confini: i paletti sono solo conficcati nella testa di chi è prigioniero di pregiudizi culturali. Naturalmente, parafrasando Woody Allen, “basta che funzioni”, come nel caso di Fabio Gauzzi».

Ho voluto sentire anche il pensiero di un poeta che in fatto di pensieri non ha nulla da invidiare ai più quotati poeti italiani, cioè al notissimo pavese doc Valter Vai.

«Per caso ho avuto il piacere immenso di rivederlo a S. Maria Gualtieri, lui ed il suo Gruppo degli “Ottomisti” hanno cantato una canzone il cui testo era una poesia dialettale. Da allora non ci siamo più persi di vista e, quella che ritengo una delle cose più belle della vita, cioè l’amicizia, si sta cementando anche grazie a ciò che Fabio, personaggio meritevole e sensibile, sta facendo, musicalmente parlando, per la nostra Pavia».

Fabio Gauzzi è figlio d’arte in quanto il padre era un ottimo fisarmonicista; nella già lunga carriera, ricca di soddisfazioni, ha onorato la sua passione studiando continuamente nuovi aspetti che la musica continua a mettere a disposizione di chi ha inventiva e capacità.

Per comporre canzoni, oltre al talento, occorre creare o avere a disposizione dei testi appropriati, calamitanti. Fabio ne ha scritti, scrive e scriverà parecchi, moltissimi in dialetto ma per trovare nuove ispirazioni o sensazioni si è buttato a capofitto sulle rime di Angelo Ferrari, Dario Morani e Valter Vai.

Se la saudade brasiliana è malinconia o nostalgia, se in Portogallo trova le sue radici nel fado che chiamano anche “lacrima”, se è una speranza che si crede vana, se il jazz  è blues o spiritual o canti di lavoro e quindi musica popolare, allora, nei versi virtuosi e maliardi di questi tre poeti che onorano Pavia, Gauzzi ha scoperto che bossa nova e jazz possono trionfalmente approdare nei nostri lidi.

Un’anteprima: Fabio Gauzzi sta ultimando un CD, tutto pavese, che a breve uscirà per incantare gli appassionati di musica e pavesità. Con la sua ghitarra e la sua voce alla Joao Gilberto ci presenterà da par suo le sue canzoni che aspettiamo con ansia e curiosità.