GIULIANO MANENTI  un pavese doc                                                   Tratto da: calendario AVIS - 2005

Personaggi vari

Pavia e dintorni - Personaggi vari

Copiamo dal calendario Avis 2005 la breve ma intensa biografia del “Bomba” al secolo Giuliano Manenti, personaggio di Pavia: un vero Pavese doc. La firma è di Giancarlo Mainardi, profondo conoscitore della vita cittadina.

 

All'anagrafe di Pavia era Giuliano Manenti, un pavese doc, conosciutissimo.

La sua notorietà gli derivò già da giovane quando in occasione di feste cittadine osava tuffarsi in Ticino dal tetto del Ponte Vecchio. Era un .richiamo per tutti gli abitanti del Lungo Ticino e del Borgo, un divertimento atteso...
Il soprannome di Bomba l'ebbe da piccolo e gli fu affibbiato dai suoi compagni di scuola perché rotondetto e grassottello.

Grazie al nuoto si modellò e rimase sempre col suo fisico d'atleta tale da indurre lo scultore Giovanni Scapolla a prenderlo a modello per le sue sculture anche quelle religiose e funerarie.

Ebbe una vita avventurosa degna di un romanzo e a frammenti la raccontava allo scultore Scapolla mentre si annoiava posando per ore.

Nel 1935-1936 partecipò alla Guerra Civile Spagnola nelle Brigate Internazionali. Tornato a casa, si riposò un poco ma il suo temperamento irrequieto lo portò ad arruolarsi nella Legione Straniera. Partecipò alla Campagna d'Indocina e alle guerriglie in Algeria.

 

“Partimmo da Pavia all'alba - raccontava - di una bella giornata di maggio. Sulle biciclette sgangherate (ma le gomme le avevamo messe nuove...) c'era un involto con un po' di pane e il cambio di biancheria. Coprimmo il tragitto da Pavia a Ventimiglia, pedalando sodo, in soli quattro giorni. Giunti poi a Marsiglia ci accompagnarono al Forte Saint Jean, centro di arruolamento della Legione. Il rimbombo del portone che si chiudeva alle mie spalle mi fece trasalire, subito dopo il giuramento prestato nella lugubre forma in uso nella Legion... "Legionari, voi siete qui per morire... la vostra patria è la bandiera... ". Il primo combattimento lo assaggiai a Marrakek, e mi feci onore. E nel tempo libero le scazzottate nei bar e nei casini non si contavano: bastava che uno di noi gridasse "Legionari, a me..." e subito, anche chi passava per caso, si precipitava a dare manforte...”

 

Nel secondo conflitto mondiale troviamo Giuliano in Norvegia dove fu catturato dai tedeschi e rinchiuso in campo di concentramento. Liberato, ritornò in Italia in tempo per partecipare alla resistenza.

Finalmente a casa. Sette anni di avventure erano passati e Pavia ritornava alla normalità.
Visse facendo l'imbianchino, accompagnandosi con quella sua voce roca, cantando le canzoni dell'ultimo Festival di San Remo. Non conoscendo le parole suppliva con versi inventati sul momento.

Nelle commemorazioni per il 25 aprile sfilava in corteo a testa alta e con l'occhio fiero e ascoltava i discorsi guardandosi attorno come dire... eh, sì, c'ero anch 'io...

Nel tempo libero amava l'eleganza raffinata: paletò con bavero di pelo, cappello classico, a volte le ghette, e d'estate abito di lino chiarissimo, cappello in panama chiaro con nastro leopardato, fazzoletto al taschino e l'immancabile bocchino bianco, ricordo di una avventurosa gioventù vissuta con tanta grinta, ma ormai alle spalle...
 

 

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Il tuffo dal tetto del vecchio ponte coperto