Adelaide Bono nacque l'8 marzo 1806 a Milano in via Bigli, da una nobile famiglia
Sulla sua casa natale oggi si trova una lapide a ricordo della sua nascita.

 

La madre era la contessa Francesca Pizzi, il padre era Benedetto Bono, che ricoprì molti incarichi istituzionali di rilievo, tra cui Consigliere di Stato del Regno d’Italia.
La morte del padre sopraggiunse nel 1811, quando Adelaide aveva solo cinque anni.
Andò a studiare nel collegio reale di Verona e trascorse la sua gioventù tra Milano e Belgirate sul Lago Maggiore, dove la famiglia possedeva una villa.

Fu curata da una malattia nervosa a Pavia e si innamorò del suo medico, Carlo Cairoli, stimato professore di chirurgia, di sentimenti patriottici e cattolico praticante.

Si sposarono il 20 aprile 1824, quando Adelaide era diciottenne e Carlo, quarantaseienne, aveva ben 28 anni in più.

Carlo era nato nel 1777, dal 1800 fu allievo di Antonio Scarpa, nel 1805 chirurgo della scuola militare nel Collegio Ghislieri e nel 1836 preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia.
Vissero dapprima in una casa nell’attuale via Ugo Foscolo (allora Borgo Oleario), nel 1832 si trasferirono a palazzo Dattili, all’angolo tra piazza Castello e Strada Nuova.

Carlo fu eletto Podestà del governo provvisorio di Pavia il 2 agosto 1848. Quando lo stesso anno scoppiò la Prima Guerra di Indipendenza, i Cairoli si trasferirono a Gropello.

 

Adelaide e Carlo ebbero otto figli: Benedetto (1825-1889), Rachele (1826-1856), Emilia (1827-1856), Carolina (1827-1833), Ernesto (1832-1859), Luigi (1838-1861), Enrico (1840-1867) e Giovanni (1842-1869).
Carlo morì il 9 aprile 1849 cadendo dalla carrozza, lasciando Adelaide vedova con i figli.

 

 

 

 

 

 

Oltre ai figli maschi, che combatterono tutti nelle battaglie risorgimentali e vi morirono (tranne Benedetto), anche Adelaide partecipò attivamente alle varie manifestazioni patriottiche e di indipendenza.

 

Tale suo attaccamento alla Patria permise a Giuseppe Garibaldi, che ebbe al seguito molte volte i fratelli Cairoli anche alla spedizione dei Mille, di conoscere la loro madre Adelaide, per la quale spese molte parole di elogio e dalla quale fu supportato sia moralmente che economicamente.
Il 3 agosto 1860 Garibaldi scrisse alle donne siciliane:

“La Cairoli di Pavia, ricchissima, carissima, gentilissima matrona, aveva quattro figli, uno morto a Varese sul cadavere di un austriaco che egli aveva ammazzato; il maggiore, Benedetto, l’avete nella capitale, giacente ancora ferito a Calatafimi e a Palermo.
Il terzo, Enrico, vive col cranio spaccato negli stessi combattimenti, e il quarto fa parte di questo esercito, mandato da quella madre incomparabile”.

Nello stesso proclama, scrisse:

 “Indirizzo che rimarrà prezioso monumento di gloria ai miei cari guerrieri, di quella gloria che il loro valore tramanda la loro madre, sì giustamente fiera di possederli”.

 

Garibaldi fu anche ospitato nella casa della famiglia Cairoli all’angolo di Strada Nuova nel luglio del 1848 e nell’aprile del 1862.

Sulla parete di questo palazzo fu affissa una targa commemorativa il 27 maggio 1883, che vediamo a lato.


Durante il suo secondo soggiorno, Garibaldi si affacciò sulla piazza e pronunciò un discorso rivolto al popolo di Pavia:

“La città di Pavia, ognuno di questi cittadini può drizzar alta la fronte per avere una donna, che sta al mio fianco, generosa madre d’eroi.

Una città rappresentata da una famiglia come la Cairoli può essere posta tra le prime del mondo”.

Ma la frase più ricorrente e bella che Garibaldi tributò a Adelaide Cairoli è la seguente:

 “L’amore di una madre per i figli non può nemmeno essere compreso dagli uomini. Con donne simili una nazione non può perire”.

Nel 1861, quando Venezia e Roma dovevano ancora essere annesse al Regno d’Italia, Mazzini e alti patrioti chiesero proprio a Adelaide Cairoli di convincere Garibaldi a riprendere i combattimenti, sapendo che tra i due correva un rapporto di rispetto e stima reciproca.
Adelaide Cairoli morì il 27 marzo 1871, dopo una lunga malattia.

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Legata indissolubilmente alla famiglia Cairoli e soprattutto ad Adelaide è la località di Gropello, tanto da essere denominato, nel 1888, “Gropello Cairoli”.

 

In questo comune della Lomellina, Carlo Cairoli, nel 1848, acquistò dal proprietario terriero, conte Lorenzo Taverna l'ala nord-ovest di un antico castello, che fu dei Beccaria e dei Visconti, la demolì ed al suo posto vi costruì villa Cairoli.

 

 

Gropello si trovava nel Regno di Sardegna, al sicuro dalle pressioni della Pavia austriaca. La villa fu perquisita varie volte, poiché Adelaide partecipava attivamente per l’indipendenza, aiutando i latori di lettere e opuscoli sulla liberazione.

 

Un edificio adiacente alla villa fu donato al comune, che lo utilizzò per la creazione di un asilo, oggi intitolato a Adelaide Cairoli.

Nel cortile dello stesso edificio, il 24 ottobre 1875, venne inaugurata alla presenza di Benedetto Cairoli una statua dedicata alla madre, realizzata dallo scultore Gerolamo Masini.
Il primo a essere seppellito a Gropello fu Carlo, nel 1849.

Adelaide, invece, fu seppellita nella cappella di famiglia nel giardino della villa, insieme ai figli.
 

 

 

Adelaide Cairoli è stata spesso considerata come una donna dal carattere forte, pronta a sacrificare il proprio amore per i figli caduti in battaglia in nome dell’Unità d’Italia. Spesso la si trova ritratta in fotografia insieme ai figli, in immagini che contribuirono ad alimentarne il mito.
Tuttavia, Adelaide fu profondamente turbata da queste gravi perdite. La sua vita fu piena di lutti: dapprima il padre Benedetto, che morì quando lei aveva solo 5 anni. Poi il marito Carlo, e in seguito ben sette figli, di cui quattro maschi morirono giovanissimi in battaglia. Per questo, lo scrittore Ippolito Nievo, nel 1860, scrisse: “va segnando di tombe e di lacrime il sentiero di glorie per cui l’Italia ritorna alla sua grandezza”.

 

L’unico che gli sopravvisse fu Benedetto, al quale Adelaide dedicò il proprio testamento nella speranza che potesse proseguire la sua vita in modo felice:

“Ti bacia e ti benedice la tua povera madre con tuta la sua materna tenerezza, e con quel voto materno il di cui fondamento fu il sospiro di questi ultimi anni, specialmente i più angosciosi della sua straziata esistenza: quel voto che tu ti unisca ad una compagna degna di possedere nel mio Benedetto, quello sposo impareggiabile, e che gli procuri, colla domestica felicità che tanto merita, la compiacenza di possedere figli ai quali trasmettere le sue, e le virtù dei suoi degni fratelli”.

 

 

Fu proprio la moglie di Benedetto, Elena Sizzo, che nel 1919 raccolse varie testimonianze della famiglia Cairoli e ne fece dono al comune di Pavia.

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La città di Pavia ha dedicato ad Adelaide Cairoli e alla sua eroica famiglia alcuni importanti e significativi ricordi:

Il Corso Cairoli

Il Collegio Cairoli

L'istituto Adelaide Cairoli nel Palazzo Olevano di Corso Mazzini

Il monumento alla famiglia Cairoli



 

ADELAIDE BONO CAIROLI                           di Gabriele Cinquetti e cagi46
 

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