Pavia e dintorni  -  Bibliografia essenziale di Giovanni Pallavicini

con il vostro permesso 2   -  nuovi pensieri in amicizia

Dalla presentazione di Andrea Borghi  "....con il vostro permesso"

 

 

Che strana parola, "permesso".

Si chiede "permesso" quando, per la prima volta, si varca la soglia di una casa in cui non si è mai stati.

Si chiede "permesso" senza dire niente, con uno sguardo, quella sera che ti unisci a una compagnia nuova, magari solo per una cena, per entrare in punta di piedi, ma per entrare.

E poi, quando la serata è finita e ti sei divertito davvero tanto, ricordi che hai chiesto "permesso". Ed è stato bello farlo. "Permesso" è la prima, forse inconsapevole paro/a, che si dice ognuno di noi quando vuole entrare in se stesso. Per conoscersi, o solo per vedersi. E qui che il "permesso" chiesto e dato, il "tu" e l' "io" diventano una cosa sola.

E qui che si pensa e ripensa a quel certo momento inciampato in cui, davanti a una persona che ci è sembrata "strana", si prova "vergogna di vergognarsi".

Cosi quando ci si guarda dentro davvero si incontra sempre qualcuno pronto non solo a farci compagnia, ma anche a portarci fuori da noi stessi, per accompagnarci, con discrezione, a fare quattro passi nella vita.

"Permesso" non vuoi dire "poter fare tutto ciò che vuoi", ma "poter fare tutto ciò che puoi" Ma che cosa possiamo fare noi?. Basti pensare che, ogni mattina, quando, appena svegliati, apriamo la finestra di camera nostra, chiediamo "permesso" a quel mondo in cui, volenti o nolenti, viviamo, a quella vita di cui, a volte senza saperlo, facciamo e siamo parte.

Basti pensare che, ogni giorno, paradossalmente, ci è per­messo di permettere. Ecco cosa possiamo fare noi. A volte "permesso" significa "avanti, adagio" perché "il sole in cima ti aspetta".

Anche se la scalata è stata dura, passo dopo passo si è lasciato il bosco ai piedi del colle e si è raggiunta la meta. Qualcosa del genere era accaduto anche a un certo Durante Alighieri, detto Dante.

Perdutosi in una selva oscura, incontra Virgilio che, voce della ragione, lo aiuta, a raggiungere la sommità di quel monte luminoso che, all'apparenza, per colpa di tre fiere, sembrava irraggiungibile. Alla fine, chiesto o dato per entrare in una casa nuova, in una compagnia diversa o nella propria anima, un "permesso" segna sempre l'inizio di qualche cosa, che sia azione o idea.

Ed è questo ciò che conta davvero: il sereno desiderio di cominciare, per vedere, per proporsi, per imparare.

Che bella parola, "permesso"! Ecco perché vi proponiamo queste pagine.

Leggetele e ascoltatele, se volete, se potete. Appunto.

"Con il vostro permesso".

Andrea Borghi