PASQUALE MASSACRA                                                  Tratto da:  Wikipedia l'enciclopedia libera

Personaggi dell'arte e architettura

Pavia e dintorni - Personaggi dell'Arte e Architettura

 

Pasquale Massacra nasce a Pavia nel 1819.

Nonostante le umili origini, la sua predisposizione pittorica viene agevolata dalla stessa famiglia, che lo affida prima ad un intagliatore di ornato, poi a un verniciatore di insegne: Paolo Santi.

Nel 1838, per interessamento di Cesare Ferreri, direttore della Civica Scuola di Disegno e di Incisione (in seguito divenuta Civica Scuola di Pittura), si iscrive ai corsi. Più che positive le segnalazioni ottenute nei saggi annuali di fine anno, eppure nel 1841 il giovane abbandona gli studi.

Si dedica a numerose committenze - fra cui quelle di pavesi illustri come il Carpanelli e il Marozzi - realizzando soprattutto soggetti storici e patriottici.

Da Pavia la fama di Massacra vola a Milano. Le sue opere presentate all'Accademia di Belle Arti di Brera ricevono giudizi estremamente favorevoli e l'artista, ancora giovanissimo, viene salutato come un potenziale innovatore della futura pittura italiana.

Pasquale Massacra - autoritratto

Il pittore Hayez, con cui ebbe dei contatti, fu per lui un maestro e fu prodigo di consigli e suggerimenti. Ma la morte è in agguato: nell’agosto del 1848, con il ritorno degli austriaci a Pavia, si rifugiò in territorio piemontese e iniziò la militanza anti-austriaca.

Fu ucciso nel marzo del 1849, a soli 30 anni, a Pavia, in una tragica azione patriottica.

La sera del 16 marzo 1849, dopo aver ideato un piano per la diserzione e preparato la fuga, viene tradito da tre militari con cui si era incontrato all’osteria della Madonnina, poi della Crosazza, sull'angolo fra corso Garibaldi e via Ugo Foscolo. Ne uccide due ma viene ferito a morte.

Spira la stessa sera, nell’androne della casa Vittadini di "Contrada del Collegio Borromeo" (attuale N°. 6 di via Pasquale Massacra). La salma, ricoverata inizialmente in un Ospedale militare, viene trafugata e traslata all’ospedale civile S. Matteo dal direttore A. Pignacca, che, con l’aiuto di A. Maestri, ne tenta l’imbalsamazione al fine di dargli degna sepoltura dopo la fine delle ostilità.

Una morte eroica che fa dell'artista un martire della libertà e dell’indipendenza della patria.

Pasquale Massacra fu un martire della libertà e dell’indipendenza della patria come Ricciardino Langosco, l’eroe medievale che il pittore ritrasse magistralmente in un suo capolavoro.

Tra i suoi dipinti conservati presso i Musei Civici: La madre di Ricciardino Langosco in traccia del cadavere del figlio ucciso nella espugnazione di Pavia per le armi di Matteo Visconti l'anno 1315; Frate Jacopo Bossolaro che dal carroccio arringa il popolo eccitandolo contro i Beccaria; Ritratto di giovinetta; Autoritratto.

Altri dipinti: Vergine col Bambino e S. Siro, Basilica di San Michele Maggiore; Storie di S. Antonio nel deserto, chiesa di Santa Maria del Carmine.
 

 

Alcune opere di Pasquale Massacra    Musei Civici Pavia

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Data: 11 Aprile 2011

Inviato da: GianCarlo Mainardi

Pasquale Massacra. Una vittima dell’Austria.

La sera del venerdì 16 marzo 1849, il giovane Pasquale Massacra entra all’Osteria della Crosazza sita in corso San Giovanni, l’odierno corso Garibaldi.

Bel ragazzo, di carattere allegro e giocoso, con baffetti e pizzetto, pittore bohemien di ottima mano classica, allievo e seguace di Hayez. Proprio in quegli anni, benchè giovane, iniziava ad essere molto quotato ed avrebbe avuto uno splendido futuro nell’arte.

Era buon bevitore e si ritrova con gli amici di sempre per la consueta bevuta, e a mezza sera, forse un po’ euforico dal vino tenta di convincere tre soldati austriaci lì presenti, a disertare e ad unirsi al Piemonte Sabaudo.

I tre fingono di assentire…ja..ja..e lo invitano a seguirli. Troppo tardi Pasquale si accorge che i tre lo stringono troppo dappresso, si sente intrappolato, sfodera il suo stiletto e colpisce al petto i tre austriaci.

I tre cadono colpiti a morte ma uno di essi riesce a trafiggere Pasquale con la baionetta inastata sul fucile.

 

La micidiale lama triangolare apre uno squarcio nel ventre del poveretto che sanguinando abbondantemente si trascina in via San Giovanni in Borgo nel portone di casa Vittadini.

 

La copiosa emorragia non si ferma, vengono mandate a chiamare la madre, la sorella e il cognato e Pasquale spira a soli trent’anni così, ....sul pavimento di un portone…

Per molto tempo all’Osteria della Crosazza, sull’ area della quale sorge oggi il convento-scuole delle suore Canossiane, corse un adagio tutto pavese…“…por Massacra masacrà..l’è mort masacrand..”

Così lo ricordavano i compagni di bevute e così lo ricordiamo oggi, questo patriota trentenne, forse troppo ingenuo per vivere nella triste Lombardia Austriaca… 

 

Musei Civici – Pavia.
Carlo Sara 1844-1905.

La morte di Pasquale Massacra
tra le braccia della madre. Discosta, la sorella si appoggia, piangente, alla spalla del marito.
Ottima la profondità della scena, specie negli archi che fanno da quinte, perfetti i piani delle figure e l’impasto dei colori.

Il tutto dona alla scena un rilievo spettacolare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pasquale Massacra - La madre di Ricciardino Langosco in traccia del cadavere del figlio