Pavia e dintorni  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Mario De Paoli hanno detto:

Carlo Rossella, "Panorama" 1986:

"Mario De Paoli, pittore nato a Pavia, ha avuto tante stagioni: i partigiani, gli emarginati del dopoguerra, i ballerini delle tangherie di provincia, gli uomini soli, le coppie tristi e piene di incomunicabile noia. Poi sono venuti i covoni di grano e gli splendidi vortici. E spesso il medesimo movimento, reso palpitante dai calori di una campagna stupenda intrisa nel ricordo di un artista pieno di candide nostalgie".

Michele Cennamo:

"Amara amalgamazione dell'imprevedibile nell'estrema semplicità raggiunge una inconscia intuizione: autonomia che si plasma in formative immagini del tutto evocative verso estetici fondamenti creativi.

Evidenti problemi che nella trascrizione di un accenno espressionistico trovano una personale apparizione di una inquieta costante che si plasma in un indipendente individualismo.

Mario De Paoli  rielabora con linee e forme rievocate da un'ispirazione figurativa l'astratta collocazione di una realtà annullata dall'imprevisto.

Svolgersi di un'introspezione che viene trasfigurata da un'immaginazione universalizzata pronta a rievocare il tumulto di eterne sofferenze generate in un antico senso di irreali motivi".

"Arte italiana contemporanea",  Firenze 1967:

"… L'astrattismo di De Paoli diventa una concretezza ed egli ci appare artista di grande valore …

… Osservando i dipinti di De Paoli ci avvediamo c'egli pur amando la natura, la trasfigura solo per renderla sublime, per isolarla nell'aria, purificandola ….".

"Panorama d'Arte Italiana" 1973:

"De Paoli è un artista puro, nel vero senso - quello etimologico - della parola. Si astrae da tutte le deturpazioni, da tutti gli ostacoli che si frappongono all'incontro ideale dell'artista con la natura vera …

Le sue tele hanno sempre una soluzione miracolistica. Da un angolo le vedi con cinque tonalità di rosso, dall'altro, quelle cinque non esistono più; ce ne sono altrettante e fanno dieci. E così si attua la moltiplicazione dei colori. E quasi un miracolo di illusione …

"La peinture italienne du futurisme à nos jours", ed 1967, Paris, Insitut Européen d'Histoire de l'art:

"S'il existe une raison et un goût à la couleur, il faut dire que le peintre De Paoli les exprime pleinement. La forme ne compte pas; elle n'a pas de signification face au jeu chromatique et à la lumiére qu'exprime le tableau. La nature, l'univers n'ont de forme que parc qu'ils ont la lumière qui donne aà son tour la couleur: là est l'élément essentiel , et c'est précisément celui que De Paoli exprime en se liberant des contours e des limites"