Pavia e dintorni - Attività produttive varie

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Fin dai tempi dei romani quasi tutti i corsi d'acqua che scendono dalle Alpi sono stati oggetto di ricerca dell'oro.

Anche nel Ticino, come in tutti i fiumi pedemontani del Piemonte e in parte della Lombardia si può trovare oro.... e in quantità non trascurabili: qualcuno ha calcolato che il fiume trasporta nelle sue acque, ogni giorno, pagliuzze d'oro per un valore di 5.000/10.000 euro, a seconda della portata delle acque.

In termini più comprensibili, setacciando una tonnellata di sabbia del Ticino si hanno mediamente dai cinque ai dieci grammi d'oro.

Il diritto sulle sabbie aurifere del Ticino fu sempre di proprietà imperiale e dopo l'anno Mille questo diritto feudale diventò oggetto di concessioni a privati, di regalie spesso indotte, da motivi di riconoscenza.

Nei secoli XIV-XV, nel periodo di massimo sfruttamento del tratto pavese del fiume, certo il più ricco di sabbie aurifere, risulta che i diritti pressoché esclusivi fossero del Collegio dei Mercanti di Pavia, che comperò dalle famiglie patrizie Orio e Strada tutti i ghiaieti del Ticino da Vigevano al Po per cavarne oro.

Vi avevano diritto di estrazione gli "auri levatores", obbligati da giuramento a rivenderlo esclusivamente alla Camera Regia o ai magistrati della moneta.

Contro i colpevoli di frode o di falso nel commercio dell'oro si procedeva con pene severe. I falsari erano considerati alla guisa dei falliti i quali "nudi e scalzi" salivano sulla pietra del vituperio (collocata davanti al pretorio di Pavia, l’attuale Broletto) o legati a una colonna dello stesso palazzo, dove il Bargello (Capitano di giustizia o del popolo) faceva battere su quella pietra le natiche denudate del colpevole. Da qui il detto “l’è restà cun föra i ciàpp”. ( Vedi note della pagina del Broletto)

 

Oggi la ricerca dell'oro alluvionale nel Ticino è una attività di tipo naturalistico amatoriale.

Il buon cercatore conosce il "respiro" del fiume e parte dalla certezza del funzionamento delle leggi fisiche: l'oro ha un elevato peso specifico, che lo contraddistingue dalle altre sostanze del fiume e lo "isola" nell'azione meccanica di trasporto prodotta dalle acque. Essendo più pesante, la pagliuzza d'oro è la prima ad essere depositata dalla corrente nei punti in cui essa rallenta.

 

La tecnica di scavo è relativamente semplice. Gli strumenti di lavoro si possono riassumere in una lista molto succinta, in primo luogo la classica padella del cercatore d'oro.

 

Lo strumento principale del cercatore assume diversi nomi, in sponda lombarda si dice "batea". La tecnica di movimento prevede il carico, cioè il prelievo del materiale sabbioso, seguito da un lento movimento circolare, effettuato mantenendo la padella sul pelo dell'acqua, in modo che la corrente dell'acqua trascini via meccanicamente il materiale più leggero. Ritmicamente si lava, aggiungendo acqua, il contenuto che rimane nella padella. Ripetuta l'operazione diverse volte, alla fine si ottiene un sedimento scuro e pesante che può contenere le ricercate pagliuzze aurifere.

 

Più professionale, ma anche maggiormente efficace, è l'impiego della tecnica dell'incanalamento, attraverso pile di sassi, di una piccola porzione di corrente del fiume, profonda solo pochi centimetri. All'interno di questa presa di corrente si posiziona un'asse di legno che, attraverso piccoli salti e scanalature, permette la selezione meccanica ed il lavaggio dei depositi che in essa vengono versati dal ricercatore.

Il materiale leggero viene dilavato dalla corrente, mentre quello più pesante rimane sull'asse.

 

L'oro, l'elemento più pesante di tutti, si deposita nelle scanalature stesse, orientate in opportuno senso trasversale per fermare anche le pagliuzze più piccole.

Solo a questo punto il cercatore esperto si mette a vagliare il materiale così selezionato attraverso la padella. Come rifinitura del lavoro fatto, si lascia asciugare il materiale selezionato e vi si passa sopra una calamità, che attirerà il residuo materiale ferroso.

 

Ciò che resta, alla fine, è l'oro.

 

 

(fotografie da Associazione Cercatori D'Oro Valle Ticino)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I CERCATORI D'ORO DEL TICINO           cagi46 dal sito dai Calendari AVIS e da fonti varie in Internet