Crisanto Zuradelli

Le Torri di Pavia

 

 

Delle torri di Pavia in particolare


    Giunto così al soggetto principale del mio lavoro, io devo innanzi tutto dichiarare, essere mia intenzione di fermarmi specialmente su quelle torri che somiglianti per aspetto, modo di costruzione e impronta d' antichità, costituirono in passato il pregio più distinto e caratteristico della città nostra: torri che sebbene ora siano di tanto scemate di numero, pure non cessano di fornire dati preziosi al loro studio.

E devo pur anco fare una distinzione tra le nostre torri fondate anteriormente al. mille, e quelle erette successivamente a questa data. Questa distinzione è necessaria non tanto perché esse torri variino sommamente di forma — la quale anzi è pressoché simile — quanto per la storia delle une e delle altre ben diversa, e per essere sorte con quasi opposto fine.

Le prime infatti furono per la massima parte elevate dallo straniero allo scopo di mantenere il dominio conquistato : le seconde furono fondate prima da signori nazionali per assicurare i loro privilegi e continuare il loro impero sul popolo, poscia dai comuni, padroni di loro stessi, onde difendere la propria indipendenza da chiunque fosse minacciata.

 

Ciò premesso eccomi ad entrare tosto in materia.



Qualità speciali e generali delle torri di Pavia


    In questo riguardo le torri di Pavia, prescindendo dalle poche di forma speciale, si ponno definire: torri in mattone, di forma quadrata, assai alte e strette, con poche e piccole aperture, situate pressocchè sempre agli angoli delle vie. fiancheggiate alla base da un voltone e da case esistenti o distrutte , e che finiscono a modo tronco alla loro cima.



Adiacenza delle torri


    Queste torri, almeno da molto tempo, non costituivano un edificio isolato, ma avevano in lor vicinanza altre costruzioni che ad esse servivano e che ne completavano l'uso.

Tra queste la prima che si affaccia è quella costituita dai cosi detti voltoni. Erano questi volte a tamburo, assai basse che da uno dei fianchi della torre s' appoggiavano al muro della casa situata di contro , passando a cavalcione la via intermedia.

Ogni torre avea costantemente unito il suo voltone, sopra il quale sorgeva un fabbricato di due o più piani, variamente profondo e in diretta comunicazione con detta torre.

Anche ora presso alcune o esiste o si può trovare la traccia del voltone distrutto. Forma poi esempio di voltone esistente con torre quello situato allo sbocco della via S. Ennodio nel corso S. Giovanni, mentre tutti li altri non lasciano travedere più traccia della vicina torre.

Nello scorso e nel corrente secolo specialmente furono atterrati molti di questi voltoni, per lo più assieme alla torre. Così nel 1769, in occasione dell' erezione dell'attuale casa Arnaboldi. fu atterrato il voltone di casa Torti, e nel 1815 anche la torre (1). La torre di casa Zanardi fu col voltone atterrata nella prima metà di questo secolo.

Si è detto che questi voltoni avevano varia altezza. Infatti alcuni erano bassissimi, sicché riusciva difficile il passaggio di carri carichi, e per questo furono atterrati, mentre altri , come li attuali . avevano sufficiente altezza, per cui furono conservati.

I più bassi erano i più antichi, e in genere corrispondevano alle torri con finestre corte e relativamente larghe, i più alti invece corrispondevano alle torri con finestre assai lunghe e la loro costruzione si può con certezza riferire oltre il mille.

In quanto al luogo di collocamento di questi voltoni si osservi che essi, per lo più. lasciando libera la via principale, si portavano a cavalcione delle secondarie, le quali venivan cosi ad esser munite di stretti passaggi e quindi ben protette e facilmente difendibili.