CARBONARA AL TICINO Tratto da: cagi46
Chiese di Pavia (aperte al Culto, nei dintorni Sud di Pavia)
In origine era un centro religioso monastico. Il primo
impulso fu dato dall'eremita Sant'Aldo che nella Selva Carbonaria, insieme
ad alcuni suoi confratelli, bonificando e pregando, trasse gli ultimi anni
di sua vita.
Il popolo di questo paese avrebbe dedicato al santo eremita una cappella che
si dice risalente al sec. VIII.
Ma verso la fine del IX sec., le monache del monastero di S. Teodata (poi Teodote) di Pavia fanno costruire un monastero qui sul ciglio costiero, e da documenti probanti si viene a sapere che annesso al detto monastero vi era la chiesetta di Santa Maria e un hospitale, che pare fosse diretto da monaci armeni (Turchia), che oltre a curare in qualche modo gli infermi, dava ospitalità anche ai pellegrini e mendicanti.
Nel 1083 il monastero di S. Maria di Carbonarìa passa a far parte dei possessi del monastero di S. Croce in Mortara, ed era regolato dai canonici Agostiniani, avente primo preposto Gandolfo da Garlasco.
Nel 1134 viene confermato priorato dallo stesso monastero (detto priorato poi nel 1187 sarà intitolato a S. Vittore). In questo frattempo documenti parlano della lite tra il vescovo di Pavia e i canonici di S. Croce in Mortara per rivendicare i diritti del vescovado sulla chiesa di S. Maria e dell'annesso hospitale, lite che si protrarrà sino al 1226, quando papa Clemente IV derimerà la prolungata controversia a favore della Chiesa pavese.
Il Pollini deduce che vi doveva essere già una primitiva
chiesa o cappella molto antica che sarebbe stata travolta durante le piene
del Ticino quando scorreva sotto costa.
Alcune notizie (ma non sicure) dicono che la fondazione della chiesa
appellata a S. Giovanni Apostolo risale al 1400, essendo curato don Battista
de Valos gallius, e la curatia sarebbe stata composta da 20 fuochi
(famiglie). I canonici Agostiniani dovevano celebrare la Messa tre volte
alla settimana, ma non risulterà l'abbiano fatto completamente. Scrive il
pavese don Malocchi, che allora le chiesa era sub tegulis, cioè senza volta,
con il tetto senza l'intavolato, perciò una semplice cappella con l'altare
dipinto sul fondo. Era nella posizione dell'attuale. In questi anni è
nominata ancora come priorato, e presumibilmente i canonici mortariensi
restarono in Carbonara sino al 1450 circa.
Dal 1481 gli Eustachi pavesi sono beneficiari dei beni della chiesa di Carbonara e dell'ospizio di S. Maria.
Nel 1524 il priorato, divenuto commenda, è unito a quello di S. Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. Da questa data del monastero non si hanno più notizie. Si sa che divenne proprietà dell'Ospedale S. Matteo di Pavia.
La parrocchia, dedicata a S. Giovanni Apostolo come Fattuale,
sarebbe stata costituita all'inizio del 1600, ed era matrice di Villanova
d'Ardenghi, di Sabbione, di Limido e Campomaggiore (le località di Limido
con Caselle sono in territorio zerbolese, ma essendo più vicine a Carbonara
sono ab antiquam aggregati a questa parrocchia).
Il patrono del paese è S. Giovanni Apostolo ed Evangelista, a scapito di S.
Aldo eremita, ritornato al luogo di pertinenza solo mezzo secolo fa.
L'archivio parrocchiale incomincia dal 1610 (comprende anche registrazioni della già curatia di Villanova d'Ardenghi). Tra il 1673 e il 1753 la chiesa fu ampliata da risultare a tre navate con facciata in stile neoclassico. Sarà ricostruito anche il campanile. Nel 1820 furono messe le nuove campane; ebbe a subire ristrutturazioni sino al 1839. Era di patronato laicale.
Nel 1877 fu consacrata dal vescovo di Vigevano. La chiesa si trova sulla via principale inframezzo ad altre costruzioni. Nel 1922 fu in parte ancora soggetta a restauri e nel 1936 fu abbellita con decorazioni e affreschi dal pittore locale A. De Paoli.
Nel 1926 era stato aperto l'asilo infantile condotto
inizialmente dalle RR. Suore di M. Bambina poi sostituite dalle suore
Pianzoline di Mortara.
Il vecchio cimitero era nel sedime di fianco alla chiesa, dove poi diventerà
il cortile dell'asilo. Il nuovo cimitero è stato costruito nel 1830
spianando i declivi costieri, e fu ampliato poi nel 1884 e in questo secolo.
La parrocchia, già dipendente dalla vicaria di Cava Manara,
nel 1972 passa sotto quella di Garlasco.
Degno di nota una tavola di buon pennello del XVI sec. che rappresenta la
Madonna con il Bambino e l'arcangelo Gabriele con i SS. Ambrogio,
Gervasio,
Protasio, e Fermo con due cenobi.
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ISTITUZIONI STORICHE |
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Parrocchia della diocesi di Vigevano; fino al 1817 appartenne alla diocesi di Pavia. Nell' XI secolo è attestata essere priorato dell'abbazia di Santa Croce di Mortara alla quale rimase legata fino al 1525 La parrocchia venne istituita nel corso del XVII secolo, il Pianzola la segnala come matrice delle parrocchie di Villanova d'Ardenghi, Sabbione, Limido e Campomaggiore. Con la bolla 17 agosto 1817 di Pio VII "Beati Petri apostoli principis" (bolla 17 agosto 1817) e con il breve 26 settembre 1817 "Cum per nostras litteras" (breve 26 settembre 1817), sempre di Pio VII, venne aggregata alla diocesi di Vigevano; rimase inserita nel vicariato di Garlasco. Nel territorio parrocchiale esistevano:
A lato abbiamo inserito una immagine di resti visibili in località Sabbione, sulla strada Pavia - Carbonara, sul ciglio sinistro in direzione Carbonara.
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Link risorsa:http://www.lombardiabeniculturali.it/ |
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