TORRE D'ISOLA Tratto da: cagi46
Chiese di Pavia (aperte al Culto, nei dintorni Nord di Pavia)
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ISTITUZIONI STORICHE |
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Parrocchia della diocesi di Pavia. La parrocchia di Santa Maria della Neve fu eretta nel 1783. Verso la fine del XVIII secolo, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 820. Nel 1807 il clero risultava composto dal solo parroco; così come nel 1845 e nel 1877. Nel 1807 il numero dei parrocchiani era di 600 unità; 669 nel 1877. Entro i confini della parrocchia di Torre d'Isola esistevano l'oratorio di Santa Sofia e l'oratorio di Santa Maria in Presepe, parimenti segnalati nel 1807 e nel 1877. La parrocchia di Torre d'Isola, rimasta sempre compresa nella diocesi pavese anche dopo gli smembramenti effettuati tra il 1799 e il 1819, è sempre stata inserita, tra XIX e XX secolo e fino al 1989, nel vicariato di Trivolzio. In base al decreto 25 ottobre 1989 del vescovo Giovanni Volta, con cui fu rivista la struttura territoriale della diocesi, è stata attribuita al vicariato I, zona pastorale ovest.
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Data: Dicembre 2009 |
Tratto da un saggio di Cesare Angelini |
La chiesa di Torre d'Isola prima del 1940 Costruita nel 1706 come oratorio privato del Conte, che allora era marchese (il marchese Botta-Adorno), diventò parrocchia nel 1783. Una lapide, murata all'interno, ricorda in poche righe la sua storia e i nomi dei suoi primi parroci. Particolare curioso: il campanile (un torrazzo quadrato) non aveva fondamenta: sorgeva sul tetto della chiesa, e portava due sole campanelle che la Domenica facevano del loro meglio per farsi sentire, cioè per annunciare l'ora delle sacre funzioni ai cascinali lontani: Casottole, Ca de' Vecchi, Boschetti, Cascina Campagna, Brughiere, Santa Sofia, Massaua. E la loro voce arrivava dappertutto, perché se ne aggiungeva una terza: quella della coscienza, campana sempre sveglia e forte; sicché la chiesa si riempiva di gente alla messa bassa quanto alla grande o cantata. Capoluogo e frazioni (dove i dipendenti erano più fissi, più stabili) erano fatti alla stessa immagine e somiglianza: popolazioni semplici, pie e, soprattutto, educate. Questa dell'educazione, era una qualità notata anche dai forestieri che ci capitavano; ed era frutto di un sentimento religioso, libero e fine, che si respirava nell'aria, più che predicato per precetto. Ne avete una prova per quello che sto per raccontare. Uno dei suoi parroci che, tra l'altro, voleva abolire le tariffe delle funzioni (ma non vi riuscì: fu denunziato al Vescovo come uno che "rovinava la piazza") un giorno ricevette dalla Curia un foglietto che lo invitava a dire, in coscienza, quanti erano in Torre d'Isola gli uomini e le donne iscritti all'Azione Cattolica. Il parroco prese il foglietto e scrisse: "A Torre d'Isola tutte le donne e tutti gli uomini sono cattolici". Un mese dopo, riceve sempre dalla Curia un altro foglietto che lo invitava a dire, in coscienza, quanti erano in Torre d'Isola i fanciulli iscritti al Circolo cattolico. Il parroco prende il foglietto e scrive: "A Torre d'Isola tutti i fanciulli sono cattolici". Era la pura verità; e non c'era bisogno di fondar circoli, che vuol dire inclusione di alcuni e esclusione di altri. Naturalmente io parlo di un altro tempo e di un'altra età; cioè di generazioni passate, dalle quali ho conosciuto l'attaccamento al paese, alla parrocchia, alla chiesa del loro battesimo e delle loro nozze. Care, buone creature, i cui nomi ora si ritrovano quasi tutti sulle lapidi del cimitero. E quelle di oggi come sono? Brave, come quelle del passato. Le belle qualità dei padri sono passate, quasi come tutte le virtù della terra, sono passate nei figli e nei nipoti. Naturalmente sono cambiate certe forme esteriori, volute dai tempi nuovi. Ma la parte intima e fondamentale è ancora sana e cristiana; e Torre d'Isola è ancora la bella parrocchia d'una volta, magari con qualche cosa in meglio.
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