Via J. Menocchio, 26

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Chiese in Pavia

SANTA MARIA DI TEODOTE                                            Tratto da:  guida di Pavia F. Fagnani

Chiese di Pavia (aperte al Culto, entro le vecchie mura)

Questo monastero di benedettine fu fondato in età longobarda da un certo Gregorio, e prese nome da Teodote, la nobile e infelice fanciulla che, violata da re Cuniperto, vi fu relegata.

Ampiamente beneficato dai pontefici e dai sovrani, il monastero fu detto anche della Pusterla perchè vicino a una porta minore delle mura.

Soppresso nel 1798, il convento fu adibito ad abitazione privata, e dal 1868 ospita il Seminario Diocesano.

L'interno conserva ancora l'elegante chiostro quattrocentesco, con arcate slanciate e piene di respiro, sorrette da snelle colonne marmoree. Le ghiere delle arcate meridionali sono rivestite da formelle in cotto che recano deliziosi putti svolazzanti, eseguiti certamente su modello dell'Amadeo.

Tra un arco e l'altro, entro tondi su sfondo a conchiglia, spiccano busti di monache austere, preganti a mani giunte. Le terrecotte che ornavano gli altri lati del chiostro furono purtroppo levate e vendute nell'Ottocento.

Nel lato occidentale del chiostro si apre un portale ogivale in cotto con ricchissimi fregi raffiguranti puttini e grappoli d'uva inseriti in motivo di fogliame. Sotto il porticato di mezzogiorno è un affresco di Bernardino de Rossi firmato e datato 1491.

Il lato orientale conserva affreschi quattrocenteschi, di altro autore,  con l'annunzio a Gesù della morte di Lazzaro, la risurrezione di Lazzaro e S. Pietro che risana lo storpio.

Il refettorio che si apre nel lato sud del chiostro, ha una copertura di volte a vela che poggiano su capitelli pensili, identici a quelli del chiostro di S. Lanfranco.

Lo stampo di queste terrecotte venne evidentemente conservato per qualche tempo ed utilizzato più volte, tanto è vero che anche i capitelli del refettorio di Teodote recano la data 1467 e il nome dell'abate Zanacchi al pari appunto di quelle di S. Lanfranco.

Il portico settentrionale si addossava al fianco della chiesa altomedievale di San Michele demolita nel 1867 e che era dotata di una solida torre, forse il campanile della chiesa e che portava una decorazione con tre croci in rilievo.

Tale splendida decorazione (presumibilmente di origine longobarda) è tuttora visibile sulla parete a nord del chiostro.

Molto graziosa la chiesetta del Salvatore, anch'essa quattrocentesca, a croce greca, con cupolette centrale e angolari, coperte come le pareti di affreschi di Bernardino de' Rossi.

A pianta centrale, rivela un vano cruciforme poliabsidato, vicino a quello milanese del sacello di San Satiro, costruzione altomedievale del cui rivestimento si era occupato Bramante negli anni tra il 1482 e il 1486 circa.

Da ricordare gli scavi eseguiti recentemente e che hanno evidenziato i resti dell' Oratorio di S. Michele e in particolare i resti dell''absidiola e delle due absidi.

 

  

 

 

 

Monastero di Santa Maria Teodote - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

San Salvatore in Santa Maria Teodote   a cura di Luisa Erba

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ISTITUZIONI STORICHE

L'abbazia benedettina di Santa Maria Teodote di Pavia, denominata dal XIII secolo anche Santa Maria della Pusterla, viene fondata dal nobile pavese Gregorio durante il regno di re Cuniperto tra il 679 e il 700.

Nei secoli centrali del medioevo (IX-XII) il monastero riceve numerose donazioni imperiali e diplomi di immunità e conferma dei propri beni da parte degli imperatori Lotario (833, 834, 839, 841), Ludovico II (871), Carlomanno (876), Carlo il Grosso (880), Arnolfo (895), Guido, Ludovico III (901), Berengario I, Ugo, Ottone I, Ottone III, Enrico III e Federico I.

Nel diploma imperiale di Ottone III del 1 agosto 996 risulta che il monastero possiede terre in Lomellina e diritti di pesca sul Po. Nei secoli XII-XIII le principali proprietà del monastero si concentrano a Borgo San Donnino (circa 550 ettari), intorno a Voghera (circa 150 ettari) e Zenevredo, località nella quale il monastero deteneva diritti signorili di banno e quote maggioritarie del locale castello.

Nel 1399 il monastero conta dieci monache. Nel 1473 alle monache benedettine subentrano le monache benedettine osservanti cassinesi. Nel 1778 la rendita liquida del monastero ammonta a 34.650,10 lire; il monastero conta qurantatre monache. Il monastero di Santa Maria Teodote viene soppresso nel 1799.
 

Link risorsa:http://www.lombardiabeniculturali.it/

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La chiesa di S.Maria Teodote è elencata nell' "Anonimo Ticinese", Cap. II°  " Chiese coi loro Corpi Santi, entro le prime mura" di Opicino de Canistris  (9° ref.), aggiungendo la nota "dette della Pusterla. Monache nere esenti (s'intende dalla giurisdizione vescovile)".

Dal Commentario dell'Anonimo Ticinese tradotto da P. Terenzio (1864). 

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