L' interno della chiesa
Via Lorenzo Mascheroni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Chiese in Pavia

SAN GIOVANNI IN DOMNARUM                                   Tratto da:  Wikipedia - l'enciclopedia libera

Chiese di Pavia (aperte al Culto, entro le vecchie mura)

La chiesa fu eretta a Pavia, nell'allora capitale del Regno longobardo, nella prima metà del VII secolo (la data precisa è incerta).

Potrebbe risalire agli ultimi anni del regno di Arioaldo (626-636) o ai primi di quello del suo successore, Rotari (636-652), per iniziativa della regina Gundeperga, figlia di Agilulfo e Teodolinda e moglie prima di Arioaldo, e poi di Rotari.

Secondo Paolo Diacono, Gundeperga decise l'opera per imitazione di quanto fatto dalla madre a Monza, con la fondazione di una chiesa ugualmente intitolata a san Giovanni Battista, protettore particolare dei Longobardi.

La nuova basilica pavese fu riccamente adornata dalla sovrana, che vi sarebbe poi stata sepolta, «con oro, argento e paramenti». La costruzione di una basilica cattolica di tale importanza proprio nella capitale del regno testimonia la tolleranza dei sovrani ariani Adaloaldo e Rotari nei confronti del cattolicesimo, ancor prima della conversione della totalità dei Longobardi al credo romano.

Nel 689, durante le ultime fasi della guerra civile tra re Cuniperto e l'usurpatore Alachis, duca di Trento, il custode della basilica pavese, Seno, tentò una mossa disperata per salvare la vita al suo sovrano, in procinto di scendere nella decsiva battaglia di Coronate, proponendogli di vestire la sua armatura e prendere il suo posto sul campo.

Il re cedette e il chierico fu ucciso dall'usurpatore, prima che questi a sua volta cadesse per mano dell'esercito condotto dallo stesso Cuniperto, accorso in battaglia.

Seno fu seppellito con grande onore davanti alle porte delle basilica.

È possibile che la chiesa abbia ospitato anche le spoglie di Rotari, anche se è più probabile che la «Basilica di San Giovanni Battista» ricordata da Paolo Diacono sia da identificarsi con l'omonima basilica monzese. 

 

 

 

San Giovanni Battista a Pavia

Alcune immagini della Cripta in S. Giovanni in Domnarum

Guida alla visita della Chiesa.

ISTITUZIONI STORICHE

La chiesa di San Giovanni Domnarum è attestata fin dal VII secolo; tra le fonti edite di carattere generale, la parrocchia è citata nel 1250 nei documenti concernenti l'estimo pavese del secolo XIII; è menzionata tra le parrocchie di Porta Palatii nelle Rationes decimarum del 1322-1323; compare nei rogiti del cancelliere episcopale Albertolo Griffi degli anni 1370-1420); è ricordata negli atti della visita pastorale compiuta nel 1460 da Amicus de Fossulanis e successivamente nella visita apostolica di Angelo Peruzzi del 1576, quando si contavano tra i parrocchiani 250 anime da comunione; è elencata nel catasto teresiano degli anni 1751-1757.

Nel 1576 il clero risultava composto da otto canonici e sette cappellani; sette sacerdoti e sette chierici nel 1769. In base al piano governativo di riduzione delle parrocchie nella città di Pavia, come definito dall'avviso 14 novembre 1788, la parrocchia di San Giovanni Domnarum fu soppressa e unita alla parrocchia della cattedrale.

Link risorsa:http://www.lombardiabeniculturali.it/

 

La chiesa di S. Giovanni in Domnarum è elencata nell' "Anonimo Ticinese", Cap. II°  " Chiese coi loro Corpi Santi, entro le prime mura" di Opicino de Canistris  (12° ref.), aggiungendo la nota "edificata da una regina dei Longobardi, dov'è un'arca che rinchiude, dicono, il corpo di S. Biagio vescovo di Sebaste e M. Sono due cappelle contigue alla chiesa, ove trovasi il Battistero secondo. Canonica".

Dal Commentario dell'Anonimo Ticinese tradotto da P. Terenzio (1864). 

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