CASTELLO di COZZO LOMELLINA                                        Tratto da:  vedi sotto
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Nel Medioevo, per la sua posizione in prossimità del corso del Sesia, Cozzo fu dotato di un forte castello, ricostruito dai Milanesi nel 1214 e rifatto nel XV secolo, quando divenne possesso della famiglia Gallarati.

In questa occasione fu dotato di due ponti levatoi, di un'alta torre, di una merlatura ghibellina, che ancora corona il fabbricato, e di numerosi abbellimenti interni come modanature in cotto ed affreschi a graffito.

Ma i lavori non erano ancora terminati quando, nel settembre del 1499, il castello ospitò addirittura il re di Francia Luigi XII, che guidava il suo esercito verso Milano, di cui rivendicava il ducato come discendente dei Visconti.

L'incontro fu talmente importante e solenne da essere documentato in un affresco nella sala maggiore del castello "avvincente e suggestivo, come testimonianza di un fatto storico e come specchio di vita".

Vi sono raffigurati due cortei che si incontrano: da una parte il sovrano francese accompagnato dai cardinali Giorgio d'Amboise e Giuliano della Rovere scortati da soldati con lance ed alabarde, dall'altra una dama, Maria Roero, il marito Pietro Gallarati, feudatario di Cozzo, con altre dame e uomini di corte, nei fastosi abiti del tempo.

 

 

Il castello sorge nella zona periferica dell'abitato preceduto da un prato e dall'antico fossato; è stranamente più elevato rispetto ad altri castelli lomellini ed ancora coronato della merlatura ghibellina.

 

 

Il torrione d'angolo presenta un bel motivo "a dente di sega".

Dal portone principale d'accesso, con i resti di un ponte levatoio, si accede all'area dell'antico ricetto. Da qui un altro ponte levatoio, ricavato nel rivellino con merli e caditoie, porta nella corte nobile dove si staglia in bella vista un pozzo in stile veneziano e da un lato un antico portico murato.

La muratura è adorna di affreschi monocromativi a graffito con tralci di vite (simbolo araldico dei Gallarati) e alcuni stemmi fra cui quello dei Roero, casata cui apparteneva la moglie di Pietro Gallarati.

La serie di sale che si susseguono attorno al cortile sono arredate con mobili d'epoca, una discreta quadreria ed alcune presentano ancora gli originali camini in pietra serena, i soffitti a cassettoni e i pavimenti di legno. Interessante il celebre affresco nonocromo della Madonna dell'Umiltà di scuola leonardesca.
 

Fonti:

it.wikipedia.org

Autore:immagini Solaxart

 

 

 
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ISTITUZIONI STORICHE

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