Pavia e dintorni – Da: Lombardia Beni Culturali

 

 Gambolò – Stemma

 

COMUNE DI GAMBOLÓ

 

sec. XIV - 1743

Gambolò è citatato in un atto di Ottone III del 999 e in uno del 1099 come Gambolatum (Bergamo 1995).
In una bolla di Papa Innocenzo III del giugno del 1133 appare il toponimo di Campo Lato.
Nell’Elenco dei pagamenti di tasse di fodro e di giogatico del 1181si trova: “Secundum breue de Lomellina, Jn Ganbolade (…)” (Bollea 1909).

La località è citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come “Gambolatum” nella contea Lumellina (Soriga 1913).
In un manoscritto del 1383 si legge: “Potestaria Gambollati” (statuta stratarum).
Nel XIV secolo un ramo della famiglia Beccaria è qui infeudata. Ad Antonio, della stessa famiglia, il duca Filippo Maria Visconti lascia il feudo e il castello, nel 1412 vi aggiunse il titolo di contado ed altri privilegi.

Ribellatisi i vigevanesi a Francesco Sforza, con il loro aiuto i milanesi mettevano a fuoco la Lomellina e questa sorte toccò anche alle terre e alla rocca di Gambolò (1449). Quando Gian Giacomo Trivulzio diventa maresciallo di Francia, ed ebbe il marchesato di Vigevano, ottenne il possesso di questo paese (Bergamo 1995).
Negli Statuta Stratarum di Pavia del 1452 si legge nella Squadra di Lumelina, “Gambolatem” (statuta stratarum).

Estintasi con Antonio Beccaria (1475) la linea maschile legittima, il feudo fu devoluto alla regia camera che lo venderà a Francesco Pietrasanta mentre il comune comincia ad occuparsi della manutenzione del castello.
Nel 1499 i francesi si impadroniscono del feudo e lo assegnano al ciambellano Robinet de Formielles signore di Vergy.
Un anno dopo Ludovico il Moro concede la facoltà a certi suoi fittabili della Sforzesca di esercitare l’ufficio di podestà di Gambolò (a quell’epoca il podestà per legge non doveva essere del luogo) e nel 1501 tale podestà Ardicino Cella viene assassinato.

Nel 1504 entra a far parte del marchesato di Vigevano, di cui seguirà le sorti (Archidata 1990).
Nel 1513 il feudo se lo riprende il marchese di Vigevano, allora, cardinal Matteo Schiner, senonché la rivincita francese reintegra titoli e possessi nuovamente al maresciallo Trivulzio.
Fortamosi il contado di Vigevano per volere di Francesco II, nel 1532, anche Gambolò ne entra a far parte.

È del 3 novembre 1547 l’elenco dei comuni per i pagamenti dei dazi, in cui appare citata tale comunità (ASTo, Carte Vigevano).
Subentrati nuovamente gli spagnoli, Gambolò viene posto sotto la tutela della regia camera e il governatore nel 1572 lo mette all’asta aggiudicandolo ad Agostino Litta che, l’anno successivo (il 4 marzo), presta giuramento di fedeltà al re di Spagna, come duca di Milano, per i feudi di Gambolò nel Vigevanasco e Valle nella Lomellina, acquistati, appunto, dalla regia camera. (ASTo, Inventario Vigevanasco n° 45).

In un atto che porta la data del 8 dicembre 1573 è citato Giambattista de Carlevari sindaco e procuratore della comunità di Gambolò (ASTo, Carte Vigevano).
È del 10 ottobre 1639 il documento nel quale si avvisa che le terre di Gambolò, Gravellona, Cillavegna, Cassolnovo, Cassolvecchio, Villanova, Nicorvo, Robbio, Confienza, Palestro e Vinzaglio cessano di far parte del territorio Novarese o Pavese ed entrano in quello Vigevanasco, diventando così, terre appartenenti al Contado di Vigevano ( ASTo,Carte Vigevano).

I fratelli Litta, Agostino e Cesare Alfonso, giurano fedeltà al re di Spagna, il 16 aprile 1640 per Gambolò e Valle (ASTo, Inventario Vigevanasco n° 45).
Il 18 giugno 1644 si censiscono le persone abili alle armi dai 18 ai 50 anni delle terre iscritte nel contado di Vigevano fra le quali, appunto, Gambolò (ASTo, Carte Vigevano).
Essendo all’epoca della dominazione spagnola gli istituti feudali e municipali in netto declino, nel 1666 un altro marchese Litta, discendente di Agostino, pretenderà, addirittura di eleggere personalmente i consiglieri di questa comunità.

Il 5 ottobre 1677 il sindaco generale Renolio avvisa le terre di Gambolò, Robbio, Palestro, Cilavegna di ritrovarsi nella Congregazione per nominare tre soggetti per l’elezione di uno dei tre (per il triennio 1678-’80) al governo di questo contado (ASTo, Parte seconda Vigevano).
Un documento del 28 marzo 1679 riconferma il marchese Litta feudatario della comunità (ASTo, Inventario Vigevano 134 bis).

I feudatari del luogo, ancora i Litta, nel 1680 riuscirono ad avere il possesso del castello, perso per qualche tempo. Tale famiglia rimarrà infeudata, nonostante le vicende alterne, fino al XIX secolo.
Da un resoconto del 28 maggio 1688 del sindaco generale del contado Renolio, si rilevano i luoghi del contado e i loro feudatari. Per Gambolò sono ancora i Litta nella persona del marchese Campeo (ASTo, Parte seconda Vigevano). 

1707 - 1797

Con regie patenti del 6 marzo 1750, nell’ambito della riorganizzazione dei territori degli Stati Sardi di terraferma, il Vigevanasco, e Gambolò che ne faceva parte, fu sottoposto all’intendenza dell’Alto e Basso Novarese (Gardinali 1976).

In seguito al nuovo censimento nelle province del 15 settembre 1775, Gambolò risulta appartenere a quella di Vigevano (editto 15 settembre 1775).
Nella ripartizione dei cantoni del 29 agosto 1789 il comune è nel cantone unico di Vigevano (manifesto senatorio 1789).

 

1798 - 1814

Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina sancisce che il dipartimento dell’Agogna è diviso in 17 distretti, o circondari comunali, Vigevano è capoluogo del secondo distretto e Gambolò ne fa parte (legge 11 brumale anno IX).

Con il decreto del 25 Fiorile 1801 invece, considerando che per l’attivazione delle prefetture, vice-prefetture e relativi corpi amministrativi è stata stabilita una nuova divisione dei dipartimenti e dei distretti, Gambolò è incluso nel secondo distretto di Vigevano, dipartimento dell’Agogna (legge 25 Fiorile anno IX).

Nella compartimentazione territoriale del 28 aprile 1806 Gambolò ricade sotto il dominio napoleonico e, precisamente, nel dipartimento dell’Agogna, distretto di Vigevano, cantone primo di Vigevano, come comune di seconda classe con popolazione di 4368 abitanti (compartimentazione 1806).

1815 - 1859

Con la compartimentazione del 7 ottobre 1814 Gambolò è capo di mandamento, nella provincia di Vigevano (regio editto 1814, ASCVo).
Con il regio editto del 1815 Gambolò, capo di mandamenento nel cantone unico della provincia di Vigevano, riunisce: Remondò, Garbana, Torassa, Borgo San Siro, Roventino, Trumello (regio editto 1815, ASCVo).

Per mezzo del regio editto del 10 novembre 1818 “portante una nuova circoscrizione generale delle provincie de’ regi stati di terra-ferma”, Gambolò è capo di mandamento, nella provincia di Lomellina (regio editto 1818, ASC Casei Gerola).
Gambolò appartiene alla diocesi di Vigevano, divisione di Novara. Dipendente dal Senato di Casale, i suoi uffici di Intendenza, Prefettura, Ipoteca, sono quelli di Mortara, l’ufficio di Insinuazione è a Vigevano.
Conta una popolazione di 5075 abitanti (Casalis).
Nella compartimentazione territoriale del 23 ottobre 1859, Gambolò appartiene al circondario terzo di Lomellina, mandamento quarto di Gambolò, ha una popolazione di 5920 abitanti (decreto 1859).

1859 - 1971

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Gambolò con 5.920 abitanti, retto da un consiglio di venti membri e da una giunta di quattro membri, fu incluso nel mandamento IV di Gambolò, circondario III di Lomellina, provincia di Pavia.

Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 6.043 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 6.595 (Censimento 1871); abitanti 7.386 (Censimento 1881); abitanti 7.283 (Censimento 1901), abitanti 6.977 (Censimento 1911); abitanti 6.348 (Censimento 1921).

Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Mortara (Lomellina) della provincia di Pavia. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Popolazione residente nel comune: abitanti 6.049 (Censimento 1931); abitanti 6.289 (Censimento 1936). In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Gambolò veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Popolazione residente nel comune: abitanti 6.598 (Censimento 1951); abitanti 7.055 (Censimento 1961); abitanti 6.718 (Censimento 1971).

Nel 1971 il comune di Gambolò aveva una superficie di ettari 5.153.